
ROMA- Se ne è parlato poco ma è un dato che va preso in considerazione: il 4 marzo sono spariti i piccoli partiti. Quelli che si trovavano all’interno del centrosinistra, alcuni non hanno superato lo zero cinque percento, solo uno ha superato il due per cento. Quelli all’interno del centrodestra hanno emulato quelli del centrosinistra, infatti anche qui non si è superato l’uno o al massimo il due per cento. A reggere, come forze minori, sono stati LU da soli, e Fratelli D’Italia nella coalizione di centrodestra, per il resto morte totale.
Quello del quattro marzo sarà di sicuro un precedente che metterà molti attori davanti ad un bivio, quello cioè di farsi da parte o perlomeno accasarsi da qualche parte. Non è solo una questione di simboli, è una questione prettamente di persone, che hanno dimostrato che non vogliono uscire dal parlamento e pur di restarci si costruiscono un partitino. Molti ci sono anche riusciti, perché non eletti nell’uninominale, sono stati ripescati col paracadute.
Ma gli italiani sono stati molto intelligenti ed hanno chiuso le parte in faccia ai partitini che nulla servono, se non per garantire la poltrona al leader. Ora il panorama disegnato dopo il voto è quello di quattro partiti più forti che fanno da altare alla politica italiana. Ora bisogna costruire una nuova legge elettorale tenendo conto che i piccoli partiti non sono graditi dall’elettorato italiano.
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