
ROMA- Dopo l’euro il nostro paese sta vivendo momenti difficilissimi, che mano mano che si va avanti diventano sempre più difficili. 7,3 milioni di persone, vive in condizioni di grave deprivazione, ovvero in forte disagio economico. Osannare qualcosa che ci sta portando in assoluta povertà, è un affronto all’intelligenza di un grande popolo come l’Italia.
Il rapporto dell’Istat “Noi Italia” ha evidenziato lo stato di difficoltà di molti italiani, che ormai devono rinunciare a molte cose per tirare avanti. “C’è una situazione di involontaria incapacità di sostenere spese per determinati beni o servizi e corrisponde alla percentuale di persone in famiglie che registrano almeno quattro segnali di deprivazione su una lista di nove – ha scritto l’istat”. Questi vanno dal non riuscire a sostenere spese impreviste all’avere arretrati nei pagamenti (mutuo, affitto, bollette, debiti diversi dal mutuo), passando per il non potersi permettere una settimana di ferie lontano da casa in un anno oppure l’acquisto di un elettrodomestico o di un’automobile.
L’Italia non è mai stata così. Tutto è successo all’indomani dell’europa unita, che ha messo in ginocchio la vita degli italiani. L’euro è una grandissima maledizione, e sta mettendo a rischio la tenuta del nostro paese. gli indicatori tutti dicono che il nostro paese è in forte sofferenza, ma tutti gli attori in campo fanno finta di niente.
La situazione più grave è al sud con la Sicilia in testa. In media il valore del Mezzogiorno è del 21,2%, quasi il triplo di quello del Centronord (7,3%). Sono più di un milione gli individui che nel 2016 vivono in famiglie in condizione di grave deprivazione sia in Sicilia sia in Campania. Le quote più contenute si rilevano, invece, in Veneto (5%, corrispondente a circa 245mila persone) e in Lombardia (6,1%, quasi 605mila persone).
Secondo l’Istat, è la Sicilia a registrare la quota più alta di persone che vivono in condizione di forte difficoltà economica, risultando, tra l’altro, in ritardo con bollette e affitti, o non potendosi permettere una settimana di vacanze. Nella Regione l’incidenza del fenomeno arriva al 26,1% nel 2016, toccando così un abitante su quattro, in tutto 1,3 milioni di siciliani. Per l’intera Italia si registra invece un indice più che dimezzato rispetto al dato siciliano (12,1%).
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