
Quello che più non si capisce nelle scelte del M5S, è il fatto di non guardare alla reazione dell’elettorato. Ogni decisione scende dall’alto senza tenere conto del sentimento della base grillina e, soprattutto, di tutti quelli che l’hanno votato il 4 marzo.
Ieri l’ultima uscita di Di Maio ha irritato ulteriormente chi ha creduto in loro. Con la sua uscita si può dire addio al vecchio M5S abbracciando definitivamente l’ideologia di sinistra e l’amore a prima vista nei confronti del PD che, un tempo, per il M5S era il partito di Bibbiano.
Dopo nemmeno poche settimane dall’alleanza governativa, il M5S apre immediatamente alle alleanza regionali col PD. Lo fa attraverso uno stratagemma per confondere gli elettori. Uno schema che non è altro una nuova presa in giro dei vertici del movimento nei confronti della sua base e dei suoi ex elettori. Sono convinti di avere ancora un’elettorato fedele, senza sapere che contro di loro si vomitano aggettivi da far rabbrividire. L’ultima trovato ha ulteriormente messo all’angolo il M5S portandolo definitivamente alla disfatta politica. Sono in molti a pensare che per le prossime elezioni politiche il M5S non esisterà più o al massimo sarà una piccola creatura politica al servizio del PD. Di Movimento Cinque Stelle non ci sarà più nulla, anzi, già non esiste più il vecchio M5S, ormai è parte integrante della vecchia casta.
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