
NAPOLI –A Napoli chiudono le librerie, è segno negativo che si aggiunge alle innumerevoli negatività che affliggono il sud Italia. Dobbiamo prendere atto che siamo diversi in tutti. Non riusciamo a costruire quel ricambio che possa portarci alla rinascita. E se non lo facciamo leggendo, documentandoci su quello che avviene, e se non ci arricchiamo culturalmente leggendo soprattutto libri, finisce che la diversità ce la meritiamo tutta.
Al Sud i lettori sono il 28 per cento, contro il 48,5 del Nord. Perché siamo così resti a leggere libri. Perché non comprendiamo che la cultura è alla base della vita e aiuta a migliorarsi. Ma anche le leggi non aiutano chi si prodiga a scrivere e vendere libri. Chi scrive lo fa sognando, e spesso i sogni hanno un costo che non viene mai ripagato. Questo vale sia per le vendite e sia per chi passa notti intere a scrivere un testo mettendoci dentro tanta passione e voglia di essere letto.
La crisi dell’editoria è dovuta da tanti fattori. Ma è chiaro che a difesa di questo settore devono scendere in campo le istituzioni, altrimenti si finisce per perdere il settore più importante per la società.
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