
ROMA – Nel Documento di economia e finanza varato dal governo Gentiloni giovedì, c’è l’aumento dell’Iva previsto dalle clausole di salvaguardia. L’aliquota ordinaria dovrebbe passare dal 22% al 24,2% e quella agevolata dal 10 all’11,5%. O meglio, nel Def ci sono le maggiori entrate degli aumenti previsti da una legge in vigore. Senza un governo in carica nessuno si può fare carico di sostituire gli aumenti con altre misure che portino poco meno di 13 miliardi solo nel 2019. Tagli alla spesa o nuove tasse.
Tutte le forze politiche si sono espresse contro gli aumenti (tranne +Europa di Emma Bonino). Fortissime le pressioni dalle associazioni di categoria del commercio e dei consumatori affinché gli aumenti siano disinnescati. La prospettiva di aumenti che possono arrivare a 1.300 euro all’anno per famiglia, non piace a nessuno.
Queste sono le politiche che ama l’Europa a cui tutti i partiti di sinistra e centrosinistra fanno applausi quotidiani. Un aumento dell’Iva significherebbe fermare l’economia italiana ulteriormente. La preoccupazione dei politicanti italiani è quella di dare garanzie all’Unione europea e anche ai mercati, ma non si preoccupano che questo paese sta morendo proprio per colpa dell’Europa e dei suoi vincoli.
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