
Per il Riesame non ci sono gravi indizi sull’accusa di aver manipolato una paziente. E lui parla ai quotidiani: “Su di me fango, salvato dai video delle mie sedute”. Non è più agli arresti domiciliari Claudio Foti, psicoterapeuta e direttore scientifico della onlus “Hansel e Gretel” di Torino coinvolto nell’inchiesta “Angeli e Demoni” “Su di noi è stata gettata un’ondata di fango e di fake news. La semplificazione che è stata fatta è una distorsione grave di un lavoro lungo trent’anni rigorosamente a favore dei bambini e delle donne vittime di violenza”, dice Foti su Repubblica. Per i pm Foti aveva manipolato la mente di una bambina durante le sedute di psicoterapia. Questo per farle ricordare degli abusi mai esistiti e poterla così assegnare ad una famiglia affidataria (che percepiva per questo un compenso) e toglierla ai genitori. “Ma io quegli incontri li avevo registrati”, dice Foti al Corriere della Sera. “Venti ore di filmati per 15 sedute mi hanno salvato, il tribunale ha preso atto del fatto che la mia terapia era basata sul rispetto empatico, che non vi erano elementi di induzione, né una concentrazione forsennata sull’abuso. Sono filmati inequivocabili: smentiscono clamorosamente le testimonianze contro di me, come quella della madre della ragazza, che ha cambiato le carte in tavola. Era stata lei a descrivere una situazione di abusi reiterati”. E poi l’infamante accusa della speculazione, quella dell’aver lucrato sugli abusi: “Andavo fino a Reggio Emilia per 500 euro a giornata incluse le spese, quando in una qualunque giornata di formazione posso guadagnarne il doppio o il triplo”, si difende Foti che poi contrattacca: “Siamo noi della Hansel e Gretel ad aver subito un pesante danno di immagine”. “Non so davvero perché tutto ciò sia accaduto. Sono di orientamento buddista, credo che le persone della procura che mi hanno accusato siano state animate dal desiderio di cercare la verità. Ma talvolta, la verità, la si cerca in modo sbagliato”, ha concluso Foti.
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