Mar. Mar 19th, 2024

ROMA – Migliorare il proprio sorriso per sentirsi bene in mezzo agli altri. È il desiderio di un numero sempre crescente di italiani, soprattutto donne, complici i nuovi sistemi invisibili ed efficaci per ristabilire l’armonica disposizione dei denti.

“Negli ultimi 5 anni si è assistito a un vero e proprio ‘boom’ di richieste – evidenzia Gaetano Calesini, odontoiatra di Roma, past-presidente del’AIOP (accademia Italiana di Odontoiatria protesica) membro della A.A.O. (American Academy of Osseointegration) e della S.I.O. (Società Italiana Osteointegrazione) e socio onorario della S.I.D.O.C. (Società Italiana di Odontoiatria Conservativa) – con un aumento di almeno il 70%. E nel 65% dei casi sono donne (età ‘clou’ sui 30-40 anni, magari perché non hanno indossato l’apparecchio da bambine) a richiedere questo tipo di intervento, spesso prendendo a modello personaggi televisivi o del cinema che sfoggiano sorrisi bianchi e perfetti. Ma occorre fare molta attenzione alle scelte che si intraprendono quando si chiede un apparecchio, mobile o fisso che sia: bisogna sempre affidarsi a ortodonzisti specializzati, mai al ‘dentista sotto casa’, che può non avere la necessaria esperienza”.

Ad andare per la maggiore sono le mascherine invisibili, ma anche in questo caso Calesini avverte: “Si tratta di un sistema brevettato attraverso il quale i dentisti inviano le impronte dentali dei pazienti ad una compagnia che produce le mascherine progressive personalizzate. Il rischio, in questo modo, è che qualsiasi operatore (anche senza specializzazione e senza sapere nulla di meccanica ortodontica) possa effettuare questo tipo di intervento, negando al pazienti tutti i delicati e necessari controlli che man mano occorre effettuare. La gestione delle mascherine andrebbe invece eseguita sempre da un ortodonzista, altrimenti si rimette in discussione l’equilibrio di un sistema biologico che il paziente ha costruito durante tutta la vita, rischiando di provocare seri danni”.

Parlando ancora di estetica del sorriso, attualmente godono molto successo anche le ‘faccette’ (un sorta di guscio di ceramica incollato sul dente, che ne cambia colore e forma senza incapsularlo), una terapia conservativa ma irreversibile e gli apparecchi linguali, sempre invisibili e in cui le ‘graffette’ sono montate all’interno del dente e non all’esterno, “con un risultato estetico che si ottiene in poco tempo, con controlli una volta al mese. Anche in questo caso però – avverte Calesini – il consiglio è di affidarsi ad ortodonzisti specialisti. La scelta dell’apparecchio migliore per ogni singolo paziente deve avvenire su indicazione medica: lo specialista decide se è meglio procedere con mascherine invisibili, apparecchi linguali, con i sistemi tradizionali, oppure con nessun sistema, perché potrebbe non esserci l’indicazione Se ci si affida a mani non esperte, il rischio è di andare a creare una dannosa instabilità occlusale: la posizione dei denti è dettata da un equilibrio di forze delicatissimo, che si va in qualche modo ad alterare con l’apparecchio. Insomma, se non si opera con precisione assoluta, una volta ultimata la terapia i denti tornano esattamente nella posizione di prima”. Un ‘effetto boomerang’ che si può evitare, appunto, scegliendo accuratamente chi ci seguirà in questo percorso”.