
Sono 200 giorni, otto mesi, che il mercato ortofrutticolo di Aversa è chiuso. Lavori in corso iniziati e poi fermati. Un tira e molla tra la nuova amministrazione Golia e gli operatori che lavorano all’interno del mercato. Marcate e vibranti, in alcuni giorni, le proteste di chi si è visto cacciare fuori dal luogo di lavoro dalla mattina alla sera. E sì, per chi ci lavora il mercato è la loro industria, il posto di lavoro, quindi se rimane chiuso gli addetti non hanno più la fabbrica dove poter lavorare. Se non aveva più le condizioni strutturali per poter continuare ad operare, per questo è stato chiuso, si doveva intervenire a tempo, a partire dagli anni scorsi, per evitare oggi una chiusura così lunga.
La prolungata chiusura del mercato di Aversa danneggia di molto l’intero agro aversano. L’agro è stato privato di un punto essenziale per l’approvvigionamento di frutta e verdura. L’unico mercato più vicino rimane quello di San Tammaro. La chiusura di quello di Aversa, e il prolungarsi della chiusura, ha messo in difficoltà il territorio dell’agro aversano. Quindi non è un problema solo di Aversa, ma è una situazione incresciosa che coinvolge tutto l’agro. Il temporeggiare senza trovare delle soluzioni veloci per la riapertura, creano disagi notevoli per chi ha un negozio di frutta e verdura, chi vende frutta e verdura nei mercati settimanali, gli agricoltori stessi, ma anche i grandi supermercati incontrano difficoltà a reperire la materia prima per le loro attività. Insomma, bisogna svegliarsi, anche perché i tempi di chiusura sono diventati asfissianti, e l’agro aversano non può rimanere ancora a lungo senza il mercato ortofrutticolo di Aversa.
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