
Sono stati gli ultimi a riaprire. La riapertura non è stata indolore, poiché il governo Conte ha scaricato su di loro tutti gli oneri per mettersi in regola. Loro pazientemente hanno adeguato i locali come imposto dal governo e dalle regioni. In silenzio hanno cercato di ripartire cercando di portare di nuovo i clienti nei locali ammuffiti dal lockdown. Hanno pagato il prezzo più alto delle restrizioni per superare la prima fase dell’epidemia. C’erano quasi riusciti. Ora sono di nuovo loro a pagare il prezzo di questa seconda ondata, solo perché le istituzioni non sono in grado di controllare e far sì che la vita possa continuare anche per loro.
Monta in tutta Italia la protesta di questi due settori. In Lombarda e Campania di più in vista del coprifuoco. I ristoratori sono disposti a fare dei sacrifici in nome della salute, ma ritengono che le misure prese siano già troppo penalizzanti e quindi chiedono ai comuni di scongiurare misure ancora più restrittive e soprattutto aiuti economici per ridurre i costi fissi delle loro attività. Hanno ragione, perché ora si ritrovano di nuovo nel pieno della tempesta coronavirus, e dovranno essere loro a pagare, ancora una volta, un prezzo salato per arginare i contagi. Per queste attività c’è stata una diminuzione degli incassi nella migliore delle ipotesi pari al 60% rispetto all’anno precedente sia a causa della diminuzione della clientela sia a causa dell’aumento delle spese per le sanificazioni, l’acquisto dei dispositivi di protezione personale, i tamponi e i test sierologici ripetuti spesso per tutto lo staff. Insomma, per loro la riapertura è stata un costo fuori misura, e le istituzioni governative e regionali non hanno fatto nulla per loro. Per loro sta diventando insostenibile reggere i costi come affitti, ma anche sulle utenze, sulle tasse e sui contributi legati al costo del lavoro, in quanto non sono state ridotte, ma solo spostate nel tempo e che già da un mese hanno iniziato a pagare rateizzando il dovuto. Per loro si paventa la fine, poiché reggere questa montagna di oneri, per salvarsi devono solo abbassare la serranda e ripianare i debiti accumulati facendo i barboni. E questo vale soprattutto per i piccoli gestori.
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