
ROMA- È un lunedì che vede una sorta di resa dei conti all’interno del PD. Matteo Renzi è in visibile difficoltà, perché anche all’interno del partito si fanno i conti con un’imminente campagna elettorale per le politiche.
Renzi batte i pugni in silenzio, chiuso in una stanza al buio, forse per non farsi sentire, ma è al rabbia per aver sbagliato tutto sin dall’inizio. Il problema non è solo la fronda interna guidata dal duo Emiliano-Rossi, ma è proprio la base del partito che non vuol sentir più parlare di Renzi.
Tutti chiedono il congresso e la testa del segretario. Quest’ultimo è anche disposto a dimettersi per avviare i lavori congressuali e l’apertura alle primarie per cambiare indirizzo alle sorti del partito. Quelli che lui chiamava minoranza ormai stanno alzando la voce, poiché hanno capito che il PD senza di loro non va da nessuna parte. Una posizione che mette in difficoltà il segretario che, ormai, è ad un passo dalla rassegnazione. Anche perché gli stessi renziani iniziano a defilarsi con il timore di non riuscire a trovare un posto al solo nell’evenienza che si vada al voto e a decidere non sarà Renzi.
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