Mar. Mar 19th, 2024

ROMA- Papa Francesco ha lanciato ripetuti appelli ad aprire le nostre chiese e, in particolare ora, in occasione del Giubileo della Misericordia, ci indica ancora una volta la via dell’accoglienza e della carità concreta. Le nostre Chiese sono da sempre in prima fila nel servizio, nella tutela, nell’accompagnamento dei più poveri e, di fronte al dramma dei migranti che continuano a perdere la vita lungo le diverse rotte della disperazione, il Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana ha approvato un Vademecum con una serie di indicazioni pratiche per le Diocesi italiane circa l’accoglienza dei richiedenti asilo e rifugiati in Italia e per la solidarietà con i paesi di provenienza dei migranti. Al punto 7 del Vademecum la CEI evidenzia che “il doveroso impegno di accoglienza non deve farci dimenticare le cause del cammino e della fuga dei migranti che arrivano nelle nostre comunità: guerre, fame, disastri ambientali, persecuzioni politiche e religiose”. Questo sollecita la Fondazione MISSIO, la Federazione degli Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario (FOCSIV) e Caritas Italiana a un lavoro unitario sia a livello nazionale sia a livello diocesano. I tre Organismi hanno costituito un tavolo di lavoro comune e ora lanciano una campagna congiunta dal titolo “Il diritto di rimanere nella propria terra”. Attraverso le proprie realtà diocesane essi propongono alle Chiese che sono Italia di sostenere, nel corso del Giubileo della Misericordia, una o più “Microrealizzazioni Giubilari”, proprio con l’intento di tutelare il diritto fondamentale di ciascuno a vivere nella propria terra. La campagna sarà attiva per l’intero anno giubilare mettendo a disposizione strumenti utili alla riflessione, all’azione pastorale e all’attività concreta attraverso una newsletter ad hoc e sezioni dedicate sui siti e sulle riviste dei tre Organismi. In particolare le proposte concrete riguardano:

  • sostegno a 1.000 Microrealizzazioni, proposte periodicamente a gruppi, prioritariamente localizzate nei Paesi di origine dei migranti e finalizzate a rafforzare/rilanciare il lavoro di promozione umana delle Chiese, delle ONG e dei missionari presenti sul posto;
  • sostegno a micro “modulari” che sono di fatto un progetto più ampio, finalizzato a garantire non soltanto il diritto a rimanere nella propria terra, ma anche quello a una migrazione sicura;
  • avvio/rilancio di gemellaggi, rapporti solidali, accoglienza, volontariato, ecc. per rafforzare legami, scambi di esperienze pastorali, relazioni che arricchiscano reciprocamente le Chiese coinvolte. Altre iniziative “straordinarie” sono allo studio: verranno comunicate per tempo e proposte durante l’anno giubilare. “Chi rischia la pelle su un barcone – sottolinea don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana – lo fa perché viene infranto il primo e inalienabile diritto: quello di restare a casa propria. Deve però essere chiaro che mettere chi soffre nelle condizioni di restare nella propria terra vuol dire garantire risorse sufficienti per vivere, lavoro e pace”. “La presenza di tante/i missionarie/i italiane/i nelle frontiere di questo mondo, afferma don Michele Autuoro, direttore della fondazione Missio, ci testimonia l’impegno a realizzare la Parola di Gesù “Io sono venuto perché tutti abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” e ci sprona, con le parole di Papa Francesco, a “crescere in una solidarietà che deve permettere a tutti i popoli di giungere con le loro forze ad essere artefici del loro destino” “Attraverso le 1000 microrealizzazioni abbiamo l’opportunità di far conoscere iniziative più ampie che già esistono e che saranno rinforzate attraverso queste azioni mirate e puntuali, ma soprattutto è un’opportunità per intensificare le relazioni e dialogo con le comunità locali”, mette in evidenza Gianfranco Cattai presidente della FOCSIV. “Consapevoli che lavorare per la pace”, ha detto Papa Francesco ai giovani a Bangui,” è un lavoro artigianale, che si fa con le proprie mani, con la propria vita, tutti i giorni”.