
Estate 2015. Amalfi, borgo marinaro in provincia di Salerno, riconosciuto Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Sulla terrazza di un albergo di cui è ospite, nell’ambito di una rassegna cinematografica, l’attore, regista e commediografo, Carlo Buccirosso, sta lavorando alla scrittura di una farsa, quando viene interrotto dall’arrivo dell’amico e collega Nando Paone. “Uhé, Carle’…e tu qua stai?…con questa bella giornata, solo soletto, qua su questa terrazza…e che ci fai?…”, domanda Paone. “Eh!, che ci faccio, che ci faccio…lavoro!…”, risponde Buccirosso, con tono riottoso. “Il quattordici agosto?…Tu mi stai dicendo che alla vigilia di Ferragosto, in uno dei più bei posti del mondo, non hai niente di meglio da fare che lavorare?…Carle’, tu mi preoccupi…mi preoccupi assaje!…E siccome ti sono amico, io ho il dovere di aiutarti…quindi, jamme bello!, alzati e vieni con me, che sto andando a fare una gita in barca alla Torre saracena della Luna!…”, lo sprona, l’attore. “Noooo, Nando!…non esiste proprio!…ma quale gita e gita!…ma quale Torre e Torre!…”, esclama infastidito, Buccirosso, continuando: “Io,qui, sono alle prese con il “blocco dell’artista”….insomma, un vero e proprio dubbio amletico…Senti questa battuta, senti, Nandù: “Quindi, voi, Don Abbondio, dovreste dire al vostro parrocchiano , Renzo Tramaglino, di imparare molto bene questo comandamento: “Non sposare la donna desiderata da un altro””…Eh, che te ne pare,Nandù?…”. “Carle’, ma il comandamento non era “Non desiderare la donna d’altri”? …e poi, levami una curiosità,ma tu proprio a Ferragosto devi riscrivere la Bibbia con tutti i comandamenti?…”, chiede Paone all’amico e collega. “La Bibbia? , noooo!…No, non sto riscrivendo la Bibbia, Nandù!…ma “I Promessi Sposi” di Manzoni ,in chiave di farsa…si chiamerà: “Il Divorzio dei compromessi sposi”…Ci sto lavorando da almeno un mese e sono arrivato al secondo atto…Stamattina , però, me so bloccato sopra a ‘sta battuta….è il famoso episodio dei bravi che vanno da Don Abbondio a dire che il matrimonio tra Renzo e Lucia non s’ha da fare…Però, Nandù, il dubbio mi assale; tu, da pubblico, cosa preferiresti sentire: “Non sposare la donna desiderata da un altro” o “Non sposare la donna bramata da un altro”?….”, domanda Buccirosso, con tono indagatore. “Carlù, ma tu veramente stai rovinato!…Il quattordici agosto, con 40° gardi all’ombra, ad Amalfi, co’ ‘sto mare e co’ ‘sto cielo, co’ l’amico tuo che ti invita in barca, nientemeno, te ne esci se sia meglio: “desiderata” o “bramata”?…Carle’, ma fammi il piacere!…”, l’ammonisce Paone, cui Buccirosso replica con tono concitato: “Nandù, tu non mi capisci…tu non puoi capire!…Tu non sai lo strazio che provo…basta una parola fuori posto…una sola parola fuori posto e il ritmo della prosa si sballa e la gente non ride!…Non ride, Nandù!, nun ce sta niente a fa’!…e la commedia esce fuori una fetecchia…e poi la critica ti perseguita e si ricorda a vita del tuo fisco!…Nandù, una commedia è una responsabilità!“, sentenzia Buccirosso, chiosando: “…E poi, la vuoi sapere la verità?…Nandù,io mi diverto, perché diverto!…e se non diverto, come mi diverto?…”.
“Penso di aver compiuto un altro passo avanti nella mia crescita in veste di autore e regista, di solito, se non mi vedo al massimo ,me lo dico: invece è da un po’ che mi do una pacca sulla spalla, tiro fuori cose che avevo dentro e che necessitavano di essere riportate dall’idea al copione. Credo di avercela fatta: sarà il tempo a dire quanto sia maturato, però, se non fossi così convinto di quello che scrivo e porto in scena, non mi giocherei tutto per un atto di testardaggine”. Così, l’attore, regista e commediografo Carlo Buccirosso, in un’intervista a La Repubblica, a proposito della sua carriera. Nato a Napoli, il 7 luglio 1954, dopo gli studi di Giurisprudenza, all’inizio degli anni Settanta, appena ventenne, si trasferisce a Novara per svolgere il servizio militare e qui, fidanzatosi, si sposa. Tuttavia, attratto dalla recitazione, fatto ritorno a Napoli, inizia a lavorare in Teatro, in spettacoli come: “Il romanzo di un farmacista povero” di Eduardo Scarpetta, e “Ballata e morte di un capitano del popolo” di Luigi Compagnone. Poi, esordito sul grande schermo nel 1988 con il film di Nino Russo, “L’ultima scena”, all’inizio degli anni Novanta, stringe un lungo sodalizio artistico con l’amico Vincenzo Salemme, che lo dirige e al fianco del quale recita nella piéce teatrale : “Sogni,bisogni, incubi e risvegli“, cui seguono le commedie “La gente vuole ridere” ed “…E fuori nevica!”. Di nuovo sul set per girare “Amami” di Bruno Colella,dal 1995 al 1997 porta in scena , sempre sotto la direzione di Salemme nella doppia veste di regista e attore, gli spettacoli: “Il caso di Felice C”, “L’amico del cuore” e “Premiata pasticceria Bellavista”,ma è solo fra il 1998 e il 2000, grazie alla trasposizione cinematografiche delle farse congegnate e dirette da Salemme: “L’amico del cuore” , “Amore a prima vista” e “A ruota libera” ,che i due raggiungono una vasta popolarità. Ed è proprio nel nuovo Millennio che Buccirosso, dopo un ruolo brillante nel film di Leone Pompucci, “Il grande botto“, inizia una collaborazione artistica con il regista Carlo Vanzina, che lo scrittura dal 2004 al 2006 per una serie di pellicole ( “Febbre da cavallo-La mandrakata”, seguito del film di Steno del 1976 , “Le barzellette”, “In questo mondo di ladri” ed “Eccezziunale veramente- Capitolo secondo…me”). Dimostrate anche doti drammatiche, nella tragicommedia di Eduardo Tartaglia, “Il mare, non c’è paragone”, sperimenta la serialità televisiva, diretto ancora da Carlo Vanzina (“Due imbroglioni e…mezzo!”, “VIP” e “Un ciclone in famiglia”). Poi, nel 2008, tornato a ruoli “impegnati”, interpreta il politico della DC ,Paolo Cirino Pomicino,nella pellicola di Paolo Sorrentino, “Il Divo” ,ispirata alla vita di Giulio Andreotti, aggiudicandosi il Premio Ciak d’Oro come “miglior attore non protagonista”. Quindi, affermatosi nello stesso periodo come commediografo, porta in scena una serie di spettacoli di successo, quali: “Vogliamoci tanto bene”, “Il miracolo di Don Ciccillo”, “Napoletani a Broadway” e “Finché morte non vi separi”, senza però trascurare il cinema (recita nei film: “I mostri oggi“, di Enrico Oldoini, “Un’estate ai Caraibi” di Carlo Vanzina e “Dalla vita in poi” di Gianfranco Lazotti). Consacratosi attore internazionale nel 2013 con la partecipazione alla pellicola Premio Oscar di Paolo Sorrentino, “La grande bellezza“, gira “cinepanettoni” (“Indovina chi viene a Natalae?” di Fausto Brizzi) e film “d’autore”(“La gente che sta bene” di Francesco Patierno, “Song’ e Napule” dei Manetti Bros, con cui ottiene il Premio Nastro d’Argento come “miglior attore non protagonista”). Nel 2015, invece, riproposta in versione cinematografica, sempre diretta e interpretata da Vincenzo Salemme, la commedia “…E fuori nevica!”, recita nella pellicola “Noi e la Giulia” di Edoardo Leo, con cui vince il Premio David di Donatello. Protagonista nel 2016 di altri successi quali: “Un paese quasi perfetto” di Massimo Gaudioso e “Se mi lasci non vali” di Vincenzo Salemme, torna a calcare i palcoscenici con la pièce “Il divorzio dei Compromessi Sposi”, messa in scena con la sua compagnia di nuovi talenti. Ancora al cinema, nella stagione 2017, con ben quattro titoli : “La banda dei tre”, di Francesco Maria Domenico, “Mamma o papà?” di Riccardo Milani, “Caccia al tesoro” di Carlo Vanzina e il pluripremiato, “Ammore e malavita” dei Manetti Bros, fra il 2018 e il 2019, è in tourné nei teatri italiani con la commedia da lui scritta, diretta e interpretata : “Colpo di scena”, trovando anche il tempo di girare la pellicola: “5 è il numero perfetto”, dramma diretto da Igort . Di recente nelle sale ,con il film: “Sono solo fantasmi”, pellicola di Christian De Sica, nella doppia veste di regista e attore, di sé e della sua raggiunta maturità di artista, ha detto: “Dovessi dirla tutta, penso di essere migliorato come autore: ho alzato l’asticella, tratto problemi sociali con la giusta ironia, che poi è la cifra che più di altre scatena il ragionamento nel pubblico; mi diverto perché diverto. Su un personaggio , una regia, puoi ragionare, ma se non hai fantasia e capacità nel tradurre quello che ti passa per la testa in un primo e secondo atto, colpi di scena e contenuto finale , non riuscirai mai a fare qualcosa che ti lasci veramente soddisfatto”.
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