
Primavera 2017. Roma, Campo de’ Fiori. Nella celebre piazza al confine con i rioni Parione e Regola, l’attore e regista Carlo Delle Piane, passeggia tra le bancarelle del mercato popolare di fiori e verdure alla ricerca dell’abitazione di famiglia, in cui, secondo i racconti dei genitori, venne alla luce nel febbraio del 1936. Giunto fino alla fontana della terrina, l’artista contempla assorto la statua di Giordano Bruno, posta proprio di fonte all’imponente scultura, quando un gruppo di ragazzini, appoggiato ai bordi della vasca ovale, comincia a fissarlo, commentando sottovoce: “Anvedi quello là!…ma co’ quer naso come fa ad anna’ ‘n’giro…secondo me ‘a Polizia lo dovrebbe arresta’!…”, sentenzia uno degli adolescenti, aggiustandosi il bavero della maglietta griffatissima. “Eh, arresta’?, addiruttura!…e perché?…”, domanda uno dei componenti della spregiudicata compagnia di bulli. “Come perché?…ma non lo vedi che quer naso è ‘n’oscenità…quindi lo dovrebbero arresta’ per quer reato…aspe’, com’è che se dice?…è troppo lungo da ricorda’, mannaggia!…Ah, sì, mò m’è venuto ‘n’mente: atti osceni in luogo pubblico!…”. “Sai che faccio?…mò quasi quasi lo riprendo, così lo faccio vede’ agli altri amici mja, senno, se glielo racconto, ‘n’ce credono!…”, manifesta le sue intenzioni il giovane in abiti super costosi, estraendo da una tasca dei pantaloni l’ultimo modello di uno smartphone molto in voga tra le nuove generazioni, per iniziare a filmare. “A ragazzi’, ma che stai a fa’?, me stai a riprende’?…E chi te l’ha data ‘sta confidenza?…”, chiede l’attore accortosi di essere inquadrato dall’obiettivo della fotocamera. “Embe’, che sarà mai!…che sto a fa’ de’ tanto strano!… er mio era ‘n’omaggio a un naso così bello!…Ce sta chi fotografa er Colosseo, piazza de Spagna e io me fotografo er naso tuo!…Che , nun se po’, è vietato?…Io, se fossi in te apprezzerei!…Capirai, e quando te ricapita più?!…”, afferma baldanzoso l’impenitente ragazzino. “A piccole’, ma che davero te credi che a settantun anni nun so di essere brutto?”, replica l’artista, continuando”…Ma che dovevi arriva’ proprio te, a dirmelo!…Sì, er naso mio è grosso e storto!…talmente grosso e storto che all’età tua me chiamavano : “l’extraterrestre”!… e allora?… Te , però, non sai quante n’ha viste!…E te ,’n’vece?… te, invece, fino ad ora , del mondo che hai visto, che sai?…dimme ‘n’ po’ famme senti’…Che la conosci l’America tu?…No, eh?…er naso mjo, sì!… ‘sto naso, che te insulti e bistratti, pure se è brutto, fin là è annato!…mentre te che ne sai?… Te conosci solo ‘st’aggeggio che c’hai tra le mani, da dove guardi il resto del mondo vivere…Stammatina guardi er naso mjo, la bruttezza mja!…Ma alla bruttezza di un naso, se po’rimedia’, ma pe’ quella dell’anima, no, me dispiace, pe’ quella ‘n’ ce sta rimedio!…Anche se nun lo voj, perché tanto lo so che non lo voj, io un consiglio te lo do lo stesso, perché è come se fossi pure ‘n’po’ fojio mjo e non solo de tu’ padre e de tu’ madre… Impara ad accetta’ i difetti tua e non farti forte su quelli dell’altri!, ma soprattutto studia, leggi, cerca de’ capi’ er mondo…cerca de sconfiggere la noia che t’affligge, finché sei ‘n’ tempo, finché te poi ancora salva’ da ‘n’destino ‘nfame de delinquenza e de ignoranza!…A me basta sape’ che ‘sto naso qua , da “extraterrestre”, e ‘sto giorno, tu e li amici tua, non ve li scorderete più!… E mò fatemene anna’, che per colpa vostra ho fatto tardi!…”. “A Ce’, Cesareeeee!… senti un po’, ma che te lo conosci quer tipo strano che prima stava qua, con noi?…”, domanda, una volta allontanatosi Delle Piane, il capo-bullo a un netturbino di mezza età. “A ragazzi’, certo che, con la vostra ignoranza, avete fatto proprio ‘na gran brutta figura!…Quello era Carlo Delle Piane,’n’attore de fama internazionale…e mò smammate da qua che n’c’ho tempo da perde’, c’ho da lavora’, io!…” .
“Una pallonata in faccia mi deformò il naso, determinando un’immagine facilmente riconoscibile sullo schermo. Ho sempre saputo di essere brutto, anche se non ne ho mai avuto il complesso: così, quando nei primi anni per strada mi guardavano, non capivo se lo facevano perché mi riconoscevano o per il mio aspetto, quasi da extraterrestre. Però sono stato sempre felice degli apprezzamenti per il mio lavoro, consapevole che, alla fine , traspare l’uomo dietro il personaggio”. Così, l’attore e regista Carlo Delle Piane, raccontava in un’intervista, rilasciata qualche tempo fa al quotidiano “La Repubblica”. Nato a Roma, in un’abitazione in piazza Campo de’Fiori, il 2 febbraio del 1936, da Francesco, un sarto originario di Casoli di Atri, frazione del Comune di Atri (TERAMO), e da Olga, casalinga romana, cresce con i due fratelli, tra lo studio e il gioco del calcio, per via del quale, a undici anni, riporta una frattura del setto nasale, che ne compromette per sempre la conformazione del naso, divenuto poi carattere tipico del suo personaggio. Studente delle scuole Medie presso l’istituto Pio XI, nel 1948, in pieno Dopoguerra, viene scelto, al termine di un’ardua selezione tra gli allievi di vari plessi scolastici della Capitale, per il ruolo di “Garoffi” nel film “Cuore” di Duilio Coletti e Vittorio De Sica, cui segue la pellicola internazionale “Domani è troppo tardi” del francese Léonide Moguy. Quindi, interrotti prematuramente gli studi, intraprende la carriera di attore cinematografico, interpretando nel decennio Cinquanta una serie di commedie (“Guardie e ladri” e “Un americano a Roma), dirette da registi come Steno e Mario Monicelli, al fianco di artisti quali Totò, Aldo Fabrizi e Alberto Sordi . Apprezzato per le sue doti interpretative spontanee, in particolar modo proprio da Fabrizi, fra il 1951 e il 1952 viene scritturato da quest’ultimo per un ruolo nei suoi film di esordio alla regia “La famiglia Passaguai” e “La famiglia Passaguai fa fortuna”. Poi, negli anni Sessanta, alterna il teatro (è “Bojetto”, il figlio di “Mastro Titta” in “Rugantino”, commedia musicale di Garinei e Giovannini) alle partecipazioni in veste di caratterista a svariate pellicole di genere comico (“Ladro lui, ladra lei” di Luigi Zampa, “Caccia al marito” e “Ferragosto in bikini” di Marino Girolami, “Un mandarino per Teo” di Mario Mattoli, “Totò contro i quattro” di Steno, “Il monaco di Monza” di Sergio Corbucci e “Totò e Cleopatra” di Fernando Cerchio) e a musicarelli (“Perdono” di Ettore Maria Fizzarotti, “Zum Zum Zum n°2” di Bruno Corbucci e “Pensiero d’amore” di Mario Amendola). Coinvolto nel 1973 in un incidente automobilistico e, rimasto in coma per più di un mese, dopo una serie di apparizioni in commedie sexy, torna ad essere protagonista sul grande schermo grazie all’incontro con il regista Pupi Avati, che, intuitene le doti drammatiche, tra il 1976 e il 1988 lo sceglie per interpretare ruoli intensi nei film: “Tutti defunti…tranne i morti”, “Una gita scolastica”, (con il quale si aggiudica i premi Nastro d’Argento , “Globo d’oro”, e “Premio Pasinetti”) e “Regalo di Natale”(grazie al quale ottiene la Coppa Volpi “per la miglior interpretazione maschile alla 43ma Mostra Internazionale d’Arte cinematografica di Venezia). Diretto da Avati anche nel decennio Novanta (“Dichiarazione d’amore”, “Io e il re” e “La via degli angeli”), nel 1997 debutta alla regia, firmando la sua opera prima: “Ti amo Maria”. Raccolto un largo consenso di critica, tuttavia, dal 2001 al 2015 torna alla sua “dimensione naturale” di attore, recitando ancora in pellicole di Avati( “I cavalieri che fecero l’impresa”, “La rivincita di Natale”) , di Ermanno Olmi (“Tickets”) , di Luca Miniero e Paolo Genovese (“Nessun messaggio in segreteria”) e di Stefano Giulidori (“Linea gotica”). Commediografo e regista teatrale, insieme con Giuseppe Aquino, dell’opera “Io, Anna e Napoli”, portata in scena al Teatro San Ferdinando di Napoli, il 16 maggio del 2013 sposa la cantante Anna Crispino. Colpito da edema celebrale il 9 gennaio del 2015 e, salvato dall’intervento tempestivo della moglie, nel 2017 gira il film di Cesare Furesi “Chi salverà le rose?”, accanto a Lando Buzzanca e Philippe Leroy, conquisatndosi un candidatura come “migliore attore” al Globo d’oro. Omaggiato a Bologna, l’11 ottobre dello stesso anno, del premio alla carriera “La farfalla di ferro”, nell’ambito del Festival Cinevasioni, tenutosi presso il carcere della Dozza e di una biografia scritta da Massimo Consorti dal titolo : “Signore e Signori, Carlo Delle Piane”, è da sempre impegnato in campagne umanitarie a sostegno di bambini, anziani e ammalati. Sul suo conto, il regista-amico di sempre, Pupi Avati, ha scritto: “Carlo Delle Piane è stato il filo rosso di tutto il cinema italiano dal Dopoguerra ad oggi…è una persona di una sensibilità estrema. Avrebbe meritato molti più premi, ma soprattutto avrebbe meritato quell’attenzione da parte dei miei colleghi che non ha ricevuto. Questo è un mio grandissimo rammarico, perché ad esempio in America o in Francia avrebbe ottenuto più considerazione”.
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