
Dicembre 1983. Roma, Piazza Cavour, rione Prati. All’interno del cinema-teatro Adriano, una platea divertita assiste alla prima del film-commedia del regista Carlo Vanzina,“Vacanze di Natale”, quando la scritta : “Intervallo” campeggia sul grande schermo, seguìta dall’accensione in sala delle luci. ” ‘A Carle’, ‘sta commedia è un vero spasso!…me sto proprio a diverti’, non puoi capire quanto!…”, si avvicina a Vanzina un ammiratore , complimentandosi. ” “Divertire”, giovanotto?, lei mi vuol dire che trova questa commediaccia “divertente”?…”, tuona dalle poltrone retrostanti, uno spettatore sulla sessantina, continuando : “Si rende conto di ciò che sta affermando?…C’è un solo aggettivo per descrivere questo film: “grottesco”!…Altro che commedia all’italiana!…Lei, caro il mio Vanzina, non è riuscito neppure a scimmiottarla la commedia nostrana!…” . “Oh, ma tu chi sei?, ma chi l’ha chiesto il tuo parere?…mò , vuoi vede’ che è arrivato l’esperto?…”, protesta il giovane sostenitore del regista, interrompendo l’attempato contestatore. “No, no, il signore ha tutto il diritto di esporre le sue critiche…anzi, vorrei mi spiegasse cosa non l’è piaciuto della mia pellicola…”, interviene Vanzina per placare gli animi. “Grazie, signor Vanzina, lei sì che è una persona perbene!…” , riprende il distinto signore, “Come le dicevo, reputo triviale il ritratto della borghesia da lei proposto in questo film…e, in quanto parte di essa, non mi ci riconosco affatto!…Chi le parla è il Cavaliere del Lavoro Eugenio Turchetti, da circa trent’anni a capo di una delle imprese edili più fiorenti della Capitale e le posso assicurare che in casa e fuori il mio motto è : “sobrietà”!…altro che vacanze spendaccione a Cortina!…altro che mogli snob e figli capricciosi!…Noi Turchetti siamo gran lavoratori…noi della dinastia Turchetti, i privilegi, ce li siam sempre guadagnati!…Perciò, ritengo la sua rappresentazione faziosa e antiborghese!…”. “Non penso sia così!…Purtroppo, cavaliere, debbo smentirla!…come potrei, io, borghese, essere un anti, essere contro lo stesso ambiente in cui sono nato e cresciuto!…Vede, le spiego: non sono io a deformare la realtà, è la realtà ad essersi deformata!…la borghesia italiana non è più quella degli anni Sessanta, quella spensierata e rampante, seppur ipocrita , rappresentata da mio padre, Steno o da Mario Monicelli nelle loro pellicole …ma un ceto smarrito,corrotto, guidato da cinici e spregiudicati arrivisti, tanto superbi quanto più incapaci e buoni a nulla… Mi creda : è l’Italia , sono gli italiani, borghesi e non, ad essere cambiati!…Io, attraverso i miei film “amaramente umoristici”, mi limito soltanto a raccontarlo, questo cambiamento!…la mia è una semplice fotografia del Paese oppure ,se preferisce, una constatazione, una presa d’atto!…”.
“Nella sua amata Roma, dov’era nato, ancora troppo giovane e nel pieno della maturità intellettuale, dopo una lotta lucida e coraggiosa contro la malattia, ci ha lasciati il grande regista Carlo Vanzina, amato da milioni di spettatori ai quali, con i suoi film, ha regalato allegria, umorismo e uno sguardo affettuoso per capire il nostro Paese”. Queste le parole con cui la famiglia, ha annunciato, tramite comunicato stampa, l’improvvisa scomparsa del regista. Nato a Roma il 13 marzo del 1951, dal cineasta Steno (nome d’arte per Stefano Vanzina) e da Maria Teresa Nati, cresce insieme con il fratello maggiore Enrico negli ambienti bene della Capitale. Studente del prestigioso Lycée Chateaubriand, sin da ragazzino mostra un’attitudine spiccata per il Cinema, in particolare per la critica, scrivendo per sé accurate recensioni. Quindi, manifestata al padre la volontà di intraprendere la carriera di regista e di raccogliere , così, da lui, il testimone, inizia un duro apprendistato al fianco di maestri come Mario Monicelli e Alberto Sordi. Maturata, quindi , fra la fine degli anni Sessanta e la prima metà dei Settanta, una solida esperienza nella direzione degli attori, esordisce come regista nel 1976, dirigendo il film :“Luna di miele in tre”, sceneggiato insieme con il fratello Enrico, del cui apporto si avvale anche per le pellicole successive(“Eccezziunale veramente” e “Viulentemente mia”, interpretate da Diego Abatantuono, neo-stella del cabaret milanese, “Derby Club”) . Tuttavia, il successo sbanca botteghino arriva soltanto nel 1983, con “Sapore di mare”, commedia con venature nostalgiche sulle vacanze anni Sessanta degli italiani, ispiratrice, a distanza di pochi mesi, di una versione invernale, “Vacanze di Natale”. Inaugurato ,dunque, il genere del “cinepanettone”, così chiamato in senso dispregiativo dai critici, che ne osteggiano la trama e i “coloriti” dialoghi , Vanzina, alterna a partire dalla fine degli anni Ottanta e per tutto il decennio Novanta farse e commedie a episodi( “Vacanze in America”,”Yuppies-I giovani di successo”, “Piedipiatti”, “Sognando la California”, “S.P.Q.R 2000 e 1/2anni fa”, “Selvaggi”, “A spasso nel tempo” e “A spasso nel tempo-L’avventura continua”) alle “commedie natalizie” (“Vacanze di Natale 2000”). Autore e regista per le reti Mediaset di miniserie televisive( “Anni ’50” , “Anni ’60” , “Un maresciallo in gondola” , “Piper” e “Un cicolone in famiglia”) , fra il 2002 e il 20014 dirige sferzanti commedie : “Febbre da cavallo-La mandrakata”, séguito del film “Febbre da cavallo”, diretto dal padre nel 1976 , “Il pranzo della domenica”, “In questo mondo di ladri”, “Il ritorno del Monnezza”, omaggio all’attore Tomas Milian, “Olé”, “Un’estate al mare” , “Un’estate ai Caraibi” e “Sapore di te”, riproposizione degli intrecci vacanzieri , ambientati, questa volta, negli anni Ottanta. Nel 2017, poi, ispiratosi alla commedia “Operazione San Gennaro”, diretta da Dino Risi nel 1966, gira la sua ultima pellicola : “Caccia al tesoro”, vicenda di ambientazione partenopea con al centro un gruppo di disperati (Vincenzo Salemme, Carlo Buccirosso e Serena Rossi), intenzionato , pur di risolvere la propria indigenza, a rubare il tesoro di San Gennaro. Da mesi in lotta contro un tumore, si è spento l’8 luglio scorso , all’età di sessantasette anni,nella sua casa romana, circondato dall’affetto della moglie , Lisa Melidoni e delle figlie , Isotta e Assia. Salutato da parenti, amici , colleghi e ammiratori, nel corso della cerimonia funebre, tenutasi il 10 luglio nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, è stato così ricordato da Antonio Monda, direttore artistico della Festa del cinema di Roma : “Carlo Vanzina ha saputo raccontare con intelligenza e spesso con grande preveggenza le debolezze e le mode della società italiana contemporanea. Colto e raffinato, ha scelto di parlare al grande pubblico: sarò onorato di ricordarlo e omaggiarlo durante la prossima Festa del cinema”. Parole cui hanno fatto eco la dichiarazione di Pascal Vicedomini, fondatore e produttore dell‘Ischia Global Film &Music : “Al maestro della commedia, sarà assegnato ,nel corso dell’imminente Festival, il premio “Legend Award”” e lo straziante messaggio del fratello Enrico : “Senza di lui, sono spezzato” .
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