A volte quando ascolto i politici di governo, specialmente il premier Conte, che esulta per l’accordo con i sindacati, mi rendo conto che qui si pensa solo all’economia e non alla salute dei cittadini e la salvezza di un’intera nazione.
A Wuhan sono finiti chiusi in casa 60 milioni di persone. Tutti rigorosamente hanno rispettato le regole imposte dal regime. Nessuno si è mosso di casa, e stato chiuso tutto, proprio tutto, e ora ritornano a respirare e guardare con ottimismo la luce.
Se ci affacciamo dalla finestra, vediamo ancor tantissima gente che circola in strada perché deve andare a lavorare. Poco è stato chiuso, tutto sembra normale, tranne per i bar e la ristorazione e altro commercio che alla fine creava meno assembramento, sono stati chiusi. Secondo il premier c’è da esultare per l’accordo con i sindaci per tutelare lavoratori e lavoratrici, bene, sarebbe stato meglio tenerli a casa, creavano meno movimento perlomeno per quindici giorni. Era opportuno rimanere aperta solo la produzione di cui necessita la nazione: industrie farmaceutiche, alimentari e quelle di cui non si può proprio fare a meno, il resto tutto chiuso. Come chiudere gli uffici dell’inps, agenzia delle entrate, camere di commercio, e tanti altri uffici che non sono importanti per la nazione, è inutile tenerli aperti, tanto la limitazione dei movimenti impedisce alle persone di andare in questi enti però, nel frattempo, toglievi migliaia e migliaia di persone dalla circolazione stradale. Tenere aperte le banche e posta solo per i servizi interni per garantire il movimento di denaro per i cittadini, il resto chiusi al pubblico bloccando ogni forma di pagamento.
Possibile che è così difficile capire questi elementari comportamenti per evitare il diffondersi del contagio. Ogni persona che si muove è un ipotetico contagiatore. Non hanno capito che con le mezze misure non si risolve il problema.