
CASTEL VOLTURNO – Le amministrazioni comunali che si sono susseguite nel corso degli anni alla guida del comune di Castel Volturno, sono state lasciate sole a gestire un fenomeno dalle dimensioni smisurate. Per quello che sta succedendo a Castel Volturno, c’è poco da gioire, è una macchia per tutto l’agro aversano e l’intera provincia di Caserta. L’immigrazione incontrollata che ha invaso la piccola cittadina casertana, è la dimostrazione di quello che sta succedendo in Italia in merito alla tanto sbandierata accoglienza senza regole.
Tutti si sono precipitati a Castel Volturno in momenti particolari: capi di governo, ministri, presidenti della regione, finita la parata, però, tutto è stato lasciato a se stesso, senza prendere seri provvedimenti per riportare ordine dove ormai non c’era più.
Stiamo parlando di un’area vastissima che parte dal lago patria a ridosso della provincia di Napoli e si estende fino a pochi metri dal comune di Mondragone. E stiamo parlando di litorale marittimo, cioè la nostra industria. Il mare è la nostra risorsa che può dare lavoro a migliaia di persone. Purtroppo tutto è stato lasciato nell’abbandono totale.
Timidi segnali di un inizio ci sono stati a fine anni settanta. La destra del volturno, la parte che si affaccia sul mare, a metà anni settanta ha iniziato un piccolo percorso che poteva rendere veramente tanto. Quell’area fu soggetta a sviluppo turistico. Furono costruite centinaia di villette di piccole dimensioni per ospitare turisti nei periodi estivi. Molte di queste case furono comprate, e quell’area si popolava a dismisura iniziando dal mese di aprile fino alla fine di ottobre. Lì dentro c’era turismo. Aprirono diverse attività commerciali per soddisfare le esigenze di chi arrivava da fuori. Si creò una sorta di benessere economico sia per la cittadina sia per chi in quell’area andò ad investire. In quel periodo anche un semplice trenino usato nei periodi estivi per far divertire i bambini diventava una rendita per tutto l’anno. Insomma, lì le persone si inventavano un po’ di tutto per arricchire quello che era diventato un luogo turistico.
Tutto si interruppe con il terremoto dell’80, quando, qualche anno dopo il terremoto, quelle villette furono occupate dagli sfollati del terremoto. Quando finì l’emergenza abitativa post terremoto, il risultato fu che molte di quelle case avevano subito ingenti danni, e furono abbandonate o chiuse poiché non valeva la pena ristrutturarle, poiché ormai nessuno ci andava più. Dopo questa parentesi, la destra Volturno fu assaltata dai tanti immigrati irregolari che ormai si riversavano nella cittadina di Castel Volturno. Quelle case subirono saccheggi onerosi: furono portate via porte, arredamenti, insomma, erano diventate inabitabili, tanto che molti dei proprietari abbandonarono tutto.
Questo piccolo scritto dimostra come l’assenza di uno stato forte e autorevole, accompagnato da amministrazioni regionali irresponsabili, ha massacrato un’area che doveva diventare la culla turistica della provincia di Caserta. Oggi nella cittadina di Castel Volturno i residenti vanno a pari passo con gli irregolari che la occupano. Una massa di persone venute da fuori, che occupa chilometri di territorio illegalmente. Le forze dell’ordine possono fare ben poco contro un fenomeno dilagante di spaccio e prostituzione.
La ricetta per salvare Castel Volturno c’è. In primis bisogna avviare una serie di progetti per sanare i maltolti che si sono consumati in tutti questi anni. Questo lo deve fare la regione Campania chiedendo al governo le dovute risorse per avviare una bonifica del territorio duramente colpito dal fenomeno dell’immigrazione irregolare che ha deturpato diverse aree del litorale. Ciò vuol dire mandare via da Castel Volturno chiunque non è regolare. Ed è inutile storcere il naso. L’Italia è un paese democratico regolato dalle leggi dello stato. Le nostre leggi dicono che chi è irregolare e commette reati sul nostro territorio deve essere espulso e rimandato a casa sua. A Castel Volturno deve rimanere chi è in regola con le nostre leggi, il resto non è più tollerabile.
Rilanciare Castel Volturno vuol dire rilanciare il turismo nella provincia di Caserta. E la nostra provincia ha bisogno di turismo per ricostruire quello si è fermato a partire dal 1970 ad oggi. Castel Volturno per la sua estensione territoriale, tutta affacciata al mare, è uno dei primi comuni che deve essere tutelato per farlo diventare a vocazione turistica, ma quella seria. Ciò significa rendere l’area particolarmente appetibile agli investitori stranieri, che a Castel Volturno possono arrivare e investire creando quelle condizioni di sviluppo capaci di dare occupazione. Il discorso vale anche per tutte le spiagge che compongo il ricco mosaico del nostro mare, quindi liberarle da tutti gli obbrobri che impediscono di raggiungere il mare anche nei periodi invernali. Il mare deve essere una ricchezza turistica 12 mesi l’anno.
Quindi, per concludere, Castel Volturno non è un marcio racchiuso nelle sue mura, è un territorio danneggiato che riguarda tutta la provincia di Caserta, perché è l’unico comune provinciale che occupa una buona parte della costa casertana. Oggi Castel Volturno è terra di conquista solo di cose negative, bisogna lavorare insieme, per farlo diventare la perla del turismo della nostra provincia. Il turismo marittimo è la nostra industria e nessuno può imitarla. Partiamo da questo concetto per ripartire.
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