
ROMA –Sarebbe il caso di fare marcia indietro e ritornare ai tempi dei nonni, quando per parlare si incontravano in piazza, e guardandosi negli occhi si dicevano tutto. Come sarebbe il caso di iniziare ad educare e invogliare le persone a leggere libri e giornali. Rispolveriamo il gusto del cartaceo e fermiamo per un po’ l’emorragia delle tecnologie.
La lettura è un’orchestra sempre in movimento, quando leggiamo ci suona una sinfonia capace di farci amare le cose, le persone, ci fa innamorare, sognare e sperare. Quindi la lettura è importante perché ci aiuta a migliorare. Ma oggi non è più cosi, il telefonino è diventato la droga del nuovo secolo. Ognuno di noi trascorre ore e ore a chattare o visionare foto e messaggi sui sociali. Ma in sostanza non ci informiamo. I psicologi confermano che le ore trascorse sul telefonino possono portare ad una vera e propria dipendenza.
Sono proprio gli adolescenti ad essere i più colpiti, poiché trascorrono molte ore della notte sui social, tanto che con il tempo si possono verificare disturbi al cervello, perché proprio nelle ore notturne il cervello mette in atto una sorta di pulizia e di ri-organizzazione degli stimoli ricevuti durante il giorno. Per i psicologi è indispensabile interrompere quello che durante la giornata è un meccanismo continuo che ruota intorno al cellulare, quindi è importante nelle ore notturne non farne uso.
Nella modernità siamo incappati in una situazione che, invece di aiutarci, compromette la nostra stessa esistenza portandoci a essere schiavi della stessa tecnologia. Il fattore più drammatico è quello che può trascinare a patologie che somigliano molto a quelle derivanti dall’effetto delle droghe: diventiamo col tempo dipendenti del nostro cellulare. Un fenomeno che gli studiosi invitano a non sottovalutare, perché ci sono seri rischi per il cervello umano che può trascinare fuori dai confini della realtà.
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