
La politica ha tratto beneficio dall’epidemia coronavirus. Dal 4 marzo la nazione è sottoposta a ordini di diversa natura per contrastare il diffondersi dei contagi. Tutto lecito, c’è da salvare vite umane, però sembra che adesso stiano prendendo gusto a imporre ordini al popolo che deve ubbidire come se si trovasse in un regime dittatoriale. Sono cinque mesi che il popolo italiano subisce ordini sotto la minaccia di sanzioni che sembrano i fucili spianati dei soldati.
Lo stata da una parte, le regioni dall’altra, stanno facendo man bassa di regole imposte ai cittadini. Molte di queste sono fuori luogo. Vedi l’esempio della Campania, dove il governatore De Luca ha imposto di indossare la mascherina al chiuso con una sanzione di mille euro per chi trasgredisce. Però nello stesso momento nei luoghi della movida campana, nelle spiagge, ci sono assembramenti senza mascherina e senza rispettare le dovute distanze di sicurezza. Intanto i titolari di esercizi commerciali devono far rispettare le regole per evitare la multa salatissima imposta dal governatore De Luca.
La Campania è uno dei tanti esempi di quello che sta succedendo in questa fase due. Sembra che il gusto di imporre ordini abbia travolto la classe politica al vertice del governo e delle regioni. A farne le spese sono i cittadini, che ormai sembra si stiano abituando a vivere sottoposti agli ordini. Le regole vanno bene, per carità, ma la fase due non l’hanno voluta i cittadini, le frontiere non le hanno aperte i cittadini, togliere l’obbligo della mascherina non è stata una scelta dei cittadini, le scelte sono state fatte dalla politica, quindi è la politica che deve spiegare se questo virus esiste o non esiste più. Deve spiegare senza mezzi termini il pericolo a cui vanno incontro i cittadini con la riapertura. Si parla spesso di un contagio di ritorno, è vero o non è vero? Il popolo italiano ha diritto di sapere la verità e non solo dare ordini.
Articoli simili: