
ROMA- Gli accertamenti sulle partite Iva sono stati oltre 120mila e la stragrande maggioranza si è concentrata su importi di tasse contenuti: 65mila ispezioni (53%) su maggiore imposta accertata fino a 15mila euro, 30mila controlli (24%) fino a 51mila euro, 15mila verifiche (12%) fino a 155mila. È quanto emerge da un rapporto di Unimpresa, che ha posto in evidenza come ad essere sempre accertate siano quelle di minore portata. Infatti nella fascia più alta, da 15.493.708 euro in su, ci sono state solo 31 verifiche su grandi gruppi societari. ”Dimostriamo, numeri alla mano, che lo storytelling del fisco amico è una fakenews. L’amministrazione finanziaria si accanisce coi più deboli e stringe patti, con la scusa della cosiddetta compliance, coi grandi gruppi societari, industriali e finanziari” commenta il vicepresidente di Unimpresa, Claudio Pucci. Secondo l’analisi dell’associazione, che ha incrociato dati della Corte dei conti e del ministero dell’Economia, nel 2016 il totale dei controlli fiscali sulle partite Iva sono stati 121.817: di questi, 2.367 (1,94%) si sono concentrati su grandi gruppi societari, 11.120 (9,13%) su medie aziende, 104.162 (85,51%) su piccole imprese e liberi professionisti, 4.200 (3,45%) su enti no profit.
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