
Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ribadisce che “il nemico non è sconfitto”. Nella sua informativa al Senato Speranza invita a non abbassare la guardia. “L’epidemia non è finita: ci sono ancora focolai di trasmissione attivi. – avverte il ministro- E il virus, anche se in forma ridotta e con una prevalenza di casi asintomatici, continua a circolare”.
A conferma delle parole del ministro della salute basta prendere in esame quello che sta succedendo nel Lazio e in Lombardia dove sono esplosi due nuovi focolai, ed è la conferma che il virus circola in modo attivo. Il caso che ha destato più preoccupazione è quello al San Raffaele di Roma e un altro al Niguarda di Milano. Ancora una volta le strutture sanitarie si confermano il primo luogo di diffusione del virus.
Sono 70 i casi positivi riferibili al focolaio del San Raffaele di Roma. L’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato rassicura sull’andamento del focolaio assicurando che la macchina di prevenzione si è mossa subito eseguendo 2.332 tamponi. La regione prevede di arrivare a 5mila con un focus su operatori sanitari e i pazienti nella struttura. Inoltre, sono stati individuati tutti i contatti e saranno sottoposti al test.
L’anello debole della catena rimangono i pazienti sospetti, che hanno atteso settimane prima di avere conferme dal tampone e parenti dei positivi privi di indicazioni e non sono stati testati. Questo aspetto il sistema se lo trascina dietro dall’inizio dell’epidemia.
L’altro focolaio che pure desta preoccupazioni, è quello individuato al Niguarda di Milano. In questo caso riguarda per la maggioranza un gruppo di operatori sanitari. Il direttore generale Marco Bosio assicura che tutti i positivi sono stati subito isolati e circoscritti grazie ad un monitoraggio che viene ripetuto periodicamente.
Il sospetto maggiore di quello che potrebbe succedere si sposta sempre verso gli inizi di ottobre, quando l’influenza stagionale si somma ai sintomi del covid. Se dovesse arrivare una seconda ondata che cosa accadrebbe? È la domanda che si pongono i cittadini, che già hanno subito un danno economico e morale di non poco conto. Da più parti si parla di una secondo ondata, anche se le informazioni non sono del tutto certe, ma il timore c’è.
Il ministro Speranza ha sottolineato che per la sanità negli ultimi 5 mesi si è speso più che nei 5 anni precedenti. Nel decreto Rilancio si sono più di tre miliardi per l’assunzione dei medici e aumento dei posti letto di terapia intensiva per un totale di 11mila. Si spera che il governo faccia di tutto per incrementare il numero di medici e infermieri, al fine di evitare quello che si è vissuto nel mese di marzo.
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