Mar. Mar 19th, 2024

Paese il nostro, che con un’eccezionale forza di volontà della stragrande maggioranza dei cittadini, è riuscita a ridurre drasticamente la circolazione del covid-19. Tuttavia, potrebbe essere stata vinta una battaglia e non la guerra, in quanto il virus continua a circolare ancora, tanto in Italia, quanto nel resto del globo e, per di più, in maniera asincrona. Gli ultimi giorni hanno evidenziato l’altro aspetto di un paese che ha dimostrato grande irresponsabilità. Una corsa sfrenata al divertimento, che spiega come una parte, minoranza per fortuna, abbiamo dimenticato in poche ore cos’è successo. L’impressione è stata come quella iniziale, quando abbiamo sottovalutato la possibilità che il virus arrivasse anche in Italia, per poi renderci conto che invece era già tra noi. La movida è il rischio maggiore durante la battaglia. La voglia sconsiderata di riprendersi quello che è stato tolto con la quarantena, ha portato a comportamenti fuori luogo, compreso le risse in alcune città.

Ma per dire abbiamo vinto la guerra ci vuole ancora del tempo. Gli esperti fanno notare ciò che sta attualmente accadendo in paesi come Russia, Messico, Perù e Brasile. In tali stati il contagio è ancora molto attivo. Quindi, per farla breve, ammettiamo che nei prossimi mesi l’Italia sia vicina ad un azzeramento del virus, rimarrà comunque sotto assedio, in quanto altri paesi, vicini e lontani, stanno sperimentando tutt’ora il forte status di emergenza che abbiamo provato noi stessi lo scorso marzo. con la riapertura delle frontiere il rischio è alto. Non solo per noi, tutta l’Europa rischia, poiché gli spostamenti sono stati la macchina da contagio. Quindi la movida di questi ultimi giorni può essere il trasmettitore del contagio. Sono alti i rischi di importare il coronavirus da altre nazioni, con il pericolo di una nuova ondata che potrebbe partire da ovest. Seppur misurare la temperatura presso gli aeroporti faccia parte delle norme di prevenzione, non può bastare. Bisogna continuare ad avere molta responsabilità per vincere la guerra.