
Bisogna dire le cose come stanno, i numeri che si registrano hanno dei fattori ben precisi: Irresponsabilità, ignoranza, superficialità e arroganza politica. La responsabilità è di tutti, in primis chi gestisce l’epidemia. La politica nella fase due ha dato l’impressione ai cittadini che tutto fosse finito. La gente ci ha creduto e c’è stato quel lassismo tale che oggi si pagano le conseguenze. In meno di 3 mesi si sono bruciati tutti i sacrifici fatti. Oggi si sono registrati 4.458 nuovi positivi e 22 morti in 24 ore. Un dato impressionante che non c’è stato nemmeno nella fase più cruenta dell’epidemia covid-19.
Ci sono un mare di errori dietro questi numeri. A partire dalla riapertura delle frontiere. Questo è stato l’errore che ha determinato la circolazione del virus più velocemente andando o a prenderli lì dove c’erano i picchi dei contagi. Le vacanze estive sono stato lo strumento di lassismo maggiore. Tutto sembrava normale: spiagge affollate, distanze di sicurezza per la maggiore non rispettate, non c’era rispetto per i decreti emanati per la riapertura. I politicanti, poi, hanno del tutto azzerato i controlli, tanto che la gente ha respirato in toto la libertà come se il virus se ne fosse andato con tanto di movida e discoteche affollate. No, era con noi, e sta facendo pagare il prezzo della superficialità avuta in questi tre mesi.
Chi gestisce l’epidemia, perché l’emergenza era stata prorogata, quindi c’era, è il primo colpevole di quello che sta succedendo. Infatti ora l’emergenza è stata prorogata fino a gennaio, segno che le difficoltà sono palpabili e creano apprensioni. Ma prima, nella riapertura, non è stato più così. Si è pensato alle vacanze, al voto per il referendum e le regionali, il calcio, ma non si è pensato a come evitare che si ritornasse nell’inferno.
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