
Ogni tanto esce qualche imprenditore che annuncia che non trova più lavoratori. Sarebbe il caso di dire che non trovano più schiavi. Sì, perché il lavoro in Italia oggi è solamente schiavitù. Tutto questo per colpa del nemico numero uno dell’Italia: l’euro.
Da quando è entrata in vigore la moneta unica, in Italia il lavoro è diventato schiavitù. Oltre alla schiavitù si è introdotta la chiusura e la fuga in massa di attività imprenditoriali. Tutto ciò ha determinato la fine della serenità per il popolo italiano. Infatti l’unico strumento che rende serenità è il lavoro, quello che manca nel nostro paese.
C’è un abisso enorme nel tessuto sociale attuale rispetto a quello che esisteva ai tempi della lira. Oggi gli stipendi non superano 1200 euro mensili e la soglia di povertà è stabilita nei mille euro. Ci sono molti casi dove le retribuzioni, specialmente nel commercio, non superano le 500 euro. Spesso si è costretti a lavorare per dodici ore al giorno ricevendo in cambio una paga di 25 euro. Queste somme paragonate alla lira permettevano di mantenere le famiglie e togliersi anche uno sfizio. Oggi non è più possibile: con mille euro a malapena arrivi a metà mese senza pagare le tasse.
Osannare una moneta che sta impoverendo il paese, è da scellerati. Quello che sta succedendo è il ricavato di una scelta che ha portato il nostro paese a condividere una moneta che non ha reso nulla, semmai, ha aggravato la situazione trascinando più della metà dei cittadini in povertà. Il danno maggiore lo sta vivendo il mondo del lavoro, dove da una parte ci sono imprenditori che non possono pagare, dall’altra i lavoratori subiscono le difficoltà degli imprenditori. Gira e rigira la situazione è grave sia per chi crea lavoro sia per chi deve lavorare. L’euro è un cancro che vieta al popolo di trovare l’alternativa ad una situazione degenerativa che non trova via d’uscita. La povertà dilaga ma a nessuno interessa.
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