
Fu una guerra lampo che portò alla distruzione del regime autoritario di Gheddafi, ma il dopo non è stato ciò che si aspettava. Oggi la Libia è di nuovo nel caos nel silenzio totale della comunità internazionale. Da più parti sorge il sospetto che tutto ciò sia stato pilotato.
In Libia c’è un governo legittimato dai governi internazionali a partire da quelli europei. Ma in queste ore si sentono solamente i soliti proclami per il cessato il fuoco, ma azioni concrete per fermare la nuova azione militare che sta interessando direttamente la città di tripoli, al momento non c’è.
A distanza di quattro giorni dall’inizio delle azioni del Libyan National Army sulla capitale libica, inizia a farsi strada l’ipotesi secondo cui, anche se i principali servizi di sicurezza sanno dei progetti di Haftar, l’input principale per far avanzare le proprie truppe verso Tripoli arriva direttamente dalla penisola arabica. Sospetti.
La Libia è appetibile a tutti, quindi sembra chiaro che questa nuova forzatura possa avere delle regie ben precise. Gli interessi economici che girano intorno alla Libia sono enormi, quindi il tessuto sociale va tenuto sotto controllo. C’è il chiaro fallimento del governo in carica, che oggi vacilla più di prima. Haftar, forte della nomina di uomo in grado di unificare il paese, del sostegno di molti sponsor internazionali prova a portare avanti un discorso di conquista che alla fine sta bene a tutti, ma con il concreto scopo di portare stabilità nel paese. tutti se lo augurano, perché la Libia ha bisogno di ritornare a vivere democraticamente in pace.
Articoli simili: