Mar. Mar 19th, 2024

TARANTO-I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Massafra hanno dato esecuzione ad un provvedimento cautelare emesso dal GIP del Tribunale di Taranto, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica di Taranto, nei confronti di un pregiudicato 67enne di Palagiano, ritenuto responsabile dei reati di estorsione e turbativa d’asta.

L’attività info-investigativa dei Carabinieri traeva origine dall’arresto dello stesso avvenuto in data 5 aprile u.s., per i medesimi reati. Infatti i militari hanno avuto modo di accertare nuove condotte delittuose, della stessa specie e con lo stesso “modus operandi”, in danno di imprenditori agricoli dell’agro di Palagiano e Palagianello.
Infatti il 67enne, noto alle FF.OO. in quanto contiguo all’omonimo clan mafioso palagianese, promosso e diretto dal fratello, (disarticolato dai Carabinieri di Massafra nel luglio del 2012, con l’operazione “ARTEMIDE”, nel corso della quale anche l’anziano boss, in atto ancora detenuto, veniva tratto in arresto), minacciava di pilotare l’aggiudicazione di beni sottoposti a vendita giudiziaria di alcuni imprenditori agricoli, sottoposti a procedure esecutive immobiliari ed intenzionati a riacquistarne la proprietà, millantando di poter allontanare ogni possibile concorrente. Il palagianese, per la “sua opera persuasiva” pretendeva dai malcapitati l’ingiusta consegna di una somma di denaro, quale compenso per il proprio intervento, facendosi promettere ulteriori somme di denaro in caso di favorevole esito delle aste giudiziarie, presso il Tribunale di Taranto.
Le vittime, stanche di essere vessate, avevano avuto il coraggio di denunciare i fatti ai carabinieri, che a loro volta, nelle indagini hanno acquisito validi elementi probatori in riscontro alle loro dichiarazioni, circostanziando ogni singolo episodio. Di fatto veniva rinvenuta nella disponibilità dell’arrestato una agendina, all’interno della quale erano state annotate le date di alcune aste pubbliche ed i relativi esiti, l’ubicazione dei terreni e dei beni immobili sottoposti a vendita giudiziaria, nonché le somme ricevute o da ricevere da parte di numerose persone, tra le quali anche i denuncianti.
Il pregiudicato veniva intercettato e tratto in arresto dai militari in prossimità della sua abitazione e, dopo le formalità di rito, veniva tradotto presso la casa circondariale di Taranto.