
ROMA- Non è catastrofismo personale: l’Istat ha certificato che il Pil procapite al sud rispetto al nord e -44%. Un numero spaventoso che rispecchia in pieno le difficoltà del mezzogiorno d’Italia. È inutile dirvi che ai politici non importa nulla, perché nessuno, e sottolineo nessuno, sta facendo nulla per cercare di evitare una catastrofe che può degenerare in azioni anche pericolose.
Le mafie stanno rialzando la testa consapevoli che più ci sono difficoltà più i cittadini possono appoggiarli. Non è retorica di altri tempi. No, è quello che sta avvenendo, visti i tanti arresti che le forze dell’ordine centrano ogni giorni nel tentativo di fermare sul nascere un fenomeno che non è mai morto. Le mafie sono come le gramigne: ci mettono tempo, ma rispuntano.
Le classi dirigenti che gli italiani hanno votato continuano a fare i comodi loro. Dietro questa macchina ipocrisia politica c’è la certezza, per lor signori, che saranno rieletti nonostante massacrano il popolo. E sì, perché tanto loro faranno di sicuro una legge elettorale che gli permette di essere eletti senza preferenze. Ormai questa prassi dura da parecchio tempo, ed ogni volta i cittadini votano il simbolo ma non il parlamentare.
Ma adesso bisogna fare attenzione, perché il sud è una polveriera carica di esplosivo pronta a scoppiare in qualsiasi momento. La disperazione che echeggia tra i giovani è la miccia sempre accesa, e saranno loro ad accendere l’accendino per dare fuoco alla miccia. Fate attenzione, perché i giovani hanno capito che per loro non c’è più futuro. Oltretutto hanno capito che anche i loro padri hanno perso la dignità, e il tutto si traduce in difficoltà enormi per interi nuclei familiari. Fate attenzione, perché le rivolte partono sempre lì dove c’è disperazione, e al sud la disperazione ha superato i limiti della sopportazione.
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