
ROMA- Altro che fisco amico. Ma il problema non sta nell’agenzia delle entrate che deve controllare, il dolo è fatto dai governi che hanno portato la tassazione al 70% e, quindi, nelle tasche degli italiani resta ben poco, e tutto finisce nelle casse dello stato che poi pensa a sperperarli.
Però il fisco deve combattere l’evasione, che per l’80% è commessa dalle mafie e dai poteri forti, solo spiccioli è commessa dai disperati che non sanno come andare avanti. Ora il fisco amico ha deciso di setacciare i conti correnti e i libretti per verificare se ci sono incongruenze. È giusto, speriamo però che questo lavoro inizi dall’alto e non dal basso.
Nei prossimi mesi dovrebbe partire l’offensiva del fisco che controllerà le variazioni consistente del risparmio rispetto al reddito medio e potrebbe far scattare un accertamento. Insomma le Entrate preparano una nuova contromossa sollecitata dalla Corte dei Conti che in una relazione ha suggerito al Fisco di usare i dati sull’apertura e la chiusura dei rapporti finanziari. Un archivio nato circa nove anni fa che finora non è stato usato in modo sistemico come sottolineano i magistrati contabili.
Come ha riportato di recente il Sole 24 Ore, la corte dei Conti è stata chiara: “Deve registrarsi l’inesistenza di selezioni di contribuenti attraverso lo strumento dell’archivio dei rapporti finanziari”. E così le Entrate adesso hanno deciso di mettere in campo questa nuova arma per la lotta all’evasione nel triennio 2018-2020. Il Fisco ha deciso di completare il periodo di “sperimentazione” e dunque di incrementare i controlli sui risparmi. Nel mirino finiranno pure carte di credito, prodotti finanziari emessi da imprese di assicurazione, compravendita di oro e metalli di valore. Speriamo che questa volta il fisco non sia debole con i forti e forte con i deboli come è stato finora.
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