
Primavera 2014. Los Angeles (California). Nella sala d’aspetto di una clinica, prospiciente una passeggiata sul Pacifico , l’attore, cantautore e scrittore Giorgio Faletti, affetto da una grave malattia, attende, seduto accanto ad un altro paziente, di essere ricevuto dal suo medico curante. “Ah, sorry!…” , esclama l’artista, dopo aver sfiorato con un gomito il suo vicino. “Prego, signor Faletti!…”, replica l’anziano degente. “Ah, lei è italiano?!…dall’accento, direi che è vagamente meridionale!…allora, è proprio vero che tutto il mondo è paese!…”, commenta ironico , Faletti. “Tenete ragione, mister Faletti!…più che italiano, direi : siculo-americano!… Mi chiamo Salvatore Lo Bianco, molto piacere di conoscervi di presenza!…Io , grazie alla parabola, vi vedevo sempre in televisione in quel programma comico in cui facevate “Catozzo”, la guardia giurata! Allora , debbo dirvi la verità ,ridevo , ma mi commuovevo anche un po’, perché ,sentendovi parlare in siciliano , mi ricordavate il mio paese, Licata!…Dalla Sicilia , emigrai cinquant’anni fa, quando avevo vent’anni!…” , principia a raccontare il paziente, continuando : “I primi tempi furono difficili, assaje!…ma poi, piano piano, riuscii a mettere su il mio business…un bel ristorante di specialità siciliane : dai primi piatti ai dolci…Eh…, feci la mia fortuna!…pensate che,nel mio locale,ci veniva a mangiare sempre Dean Martin!…Mò , gli anni sono passati e la vecchiaia si fa sentire!… ho una brutta artrite reumatoide, per questo sto qua!…Sapete ?, è una malattia brutta, perché mi impedisce di lavorare…meno male che,del ristorante, se ne occupa mio figlio…bravo ragazzo è!…Ringraziando il Signore, non mi posso proprio lamentare!…anche perché malattie più gravi della mia ,ci sono!…Voi, che ne dite?…”. “Eh, signor Salvatore…dico che ha ragione!…”, s’arresta per qualche istante l’artista, sospirando: “Le confesserò un segreto che, in Italia, non sa ancora nessuno : io ho una di quelle malattie brutte brutte di cui paralva lei!…Appena il dottore mi ha riferito la diagnosi, per una decina di minuti buoni, credo di non aver respirato…Poi, ho pensato: “Ma cosa vuoi di più ?… nella tua vita, hai fatto tutto quello volevi e che mai avresti pensato di poter fare…Hai avuto: successo , fama, amore , alternati a delusione, insoddisfazione, amarezza!…Non ti sei fatto mancare neppure un ictus, ma sei sopravvissuto anche a quello!…Certo, la morte mi fa paura…più di tutto lasciare chi amo…dispiace!…però , se inizio a morire già adesso che sono ancora vivo, muoio due volte!…Così, mi sembra troppo, non trova?…Quindi, sa cosa faccio, per fregarla , ‘sta morte?, la ignoro, continuando a vivere come se niente fosse!…Com’è che diceva quella frase? …ah , sì: “Vivi come se dovessi morire domani, pensa come se non dovessi morire mai!”…Ecco, io faccio così: vivo come se ogni giorno fosse il mio ultimo giorno di sole e, pensando , invece, che , di albe e di tramonti ne vedrò ancora , ancora tanti!…”.
“A volte, immaginare la verità è peggio che sapere una brutta verità. La certezza può essere dolore. L’incertezza è pura agonia”. Così scriveva sul suo profilo social , qualche giorno prima di morire, l’attore, cantautore e scrittore Giorgio Faletti. Nato ad Asti il 25 novembre del 1950, figlio unico di Carlo, ambulante e di Michela Dafarra, sarta, trascorre l’infanzia nel quartiere popolare di Borgo Torretta , in Corso Torino. Adolescente irrequieto, compiuti gli studi superiori, si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza, coltivando parallelamente la passione per lo spettacolo. Infatti, alla fine degli anni Settanta, laureatosi, si trasferisce a Milano , dove debutta come cabarettista sul palcoscenico del Derby, noto ritrovo della capitale economica d’Italia, già fucina di talenti tra i quali : Cochi e Renato , Enzo Jannacci, Paolo Rossi, Diego Abbatantuono, Teo Teocoli , Massimo Boldi e Francesco Salvi. Conquistato, quindi, il favore del pubblico e , fattosi notare da dirigenti delle televisioni private locali (Telealtomilanese e Antennatre) , approda nel 1979 sul piccolo schermo ,partecipando alle trasmissioni : “Playboy di mezzanotte” e “Il guazzabuglio”, ma la vera popolarità arriva soltanto nel 1983 , quando affianca ,con i suoi intermezzi comici, Raffaella Carrà , nel primo programma del mezzogiorno di Rai Uno,“Pronto, Raffaella?”. Scritturato, dunque , dall’ autore e regista Antonio Ricci per la trasmissione comica “Drive in “, in onda sulle reti Fininvest dal 1983 al 1988, dà vita a una serie di personaggi buffi e al limite del grottesco come : la guardia giurata “Vito Catozzo”, “Carlino”, “Suor Daliso”, il testimone di Bagnocavallo e “Franco Tamburini”, stilista di Abbiategrasso. Attore comico di punta di varietà televisivi Rai di successo , tra i quali : “Fantastico”, condotto da Pippo Baudo, nel 1992 imprime una svolta alla sua carriera, scoprendosi cantautore , compone,infatti, i testi delle canzoni “Traditore”, scritta per la cantante Mina (che la incide all’interno dell’album “Caterpillar”) e “Rumba di tango” per Orietta Berti, cantata in coppia con quest’ultima al Festival di Sanremo e inserita nel suo album di esordio “Condannato a ridere”. Intrapresa la strada della musica , nel 1994 torna al “Festival della canzone italiana”con il brano “Signor tenente”, rap intenso sulle stragi mafiose di Capaci e via D’Amelio , in cui nel 1992 avevano perso la vita i giudici Falcone e Borsellino insieme con gli uomini delle loro scorte, che si classifica al secondo posto, aggiudicandosi però , su iniziativa dei giornalisti, il Premio della critica. In cima alle vendite con il disco “Come un cartone animato”, nel 1995 è di nuovo sul palco del Festival nella doppia veste di cantante (della struggente preghiera “L’assurdo mestiere”, che dà il titolo all’omonimo album, pubblicato in seguito alla sua partecipazione alla gara canora) e di autore (compone il testo di “Giovane vecchio cuore”, canzone interpretata da Gigliola Cinquetti). Ottenuti ambìti riconoscimenti come il Premio Rino Gaetano, riservato alla componente letteraria delle canzoni, continua a cimentarsi nella scrittura di brani per interpreti quali Fiordaliso e Angelo Branduardi (suoi sono i i testi de “Il dito e la luna”). Inciso nel 2000 il sesto e ultimo album : “Nonsense”, nel 2002 si presenta al pubblico nella veste inedita di scrittore , dando alle stampe il suo primo romazo di genere thriller “Io uccido” (Baldini Castoldi Dalai), che nel giro di pochi mesi registra una vendita di oltre quattro milioni di copie, con traduzioni in diverse lingue. Colpito da un ictus, si rimette in poco tempo , quello necessario a ideare e scrivere il secondo noir “Niente di vero tranne gli occhi”(Baldini Castoldi Dalai), con cui replica, sbalordendo i critici, il successo dell’esordio. Volto di una campagna per la difesa del diritto d’autore , nel 2005 è insignito dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi del Premio De Sica per la Letteratura. Nuovamente pronto a stupire , concedendosi alla macchina da presa per interpretare il ruolo dello spietato professore “Antonio Martinelli” nelle pellicole di Fausto Brizzi “Notte prima degli esami” e “Notte prima degli esami-Oggi” , grazie alle quali conquista una candidatura ai David di Donatello come “miglior attore non protagonista”, matura un’altra ispirazione letteraria pubblicando, ancora per la casa editrice Baldini Castoldi Dalai, il romazo di ambientazione Navajos “Fuori da un evidente destino”. Non tralasciata la musica, nel 2007 compone il testo della canzone “The show must go on”, presentata in gara al Festival di Sanremo da Milva , per la quale realizza i brani dell’intero disco “In territorio nemico”. Primario cinico e boss della mala nel film di Marco Martani “Cemento armato”, nel 2009 è tra i finalisti del premio letterario Piero Chiara con i racconti “Pochi inutili nascondigli”(Baldini Castoldi Dalai) , proprio alla viglia dell’uscita del suo quarto romanzo “Io sono Dio” (Baldini Castoldi Dalai) . Autore per Marco Masini del brano “Gli anni che non hai”, recita in “Baarìa” di Giuseppe Tornatore e ne “Il sorteggio”di Giacomo Campiotti, non trascurando per questo i suoi lettori , al cui giudizio consegna, fra il 2010 e il 2011, i romanzi “Appunti di un venditore di donne”(Baldini Castoldi Dalai), “Tre atti e due tempi” (Einaudi) e l’autobiografia “Da qui a ora”(Einaudi). Congedatosi dalle scene nell’autunno del 2013 con lo spettacolo musicale scritto con Massimo Cotto, “Nudo e Crudo”, insieme di aneddoti , riflessioni e ricordi, da una serie di analisi effettuate per via di un’ernia, scopre di essere affetto da un tumore al polmone. Sottopostosi in una clinica di Los Angeles a pesanti cure, nell’estate del 2014 rientra in Italia , a Torino , dove, dopo un ricovero presso l’ospedale Molinette, si spegne il 4 luglio, all’età di sessantatré anni. Ricordato dalla moglie Roberta, cui era legato da quattordici anni, e dagli amici, con una cerimonia laica,svoltasi presso il Teatro Vittorio Alfieri di Asti e, nel corso delle esequie tenutesi nella Collegiata di San Secondo, la sua arte continua a sopravvivergli grazie alla pièce di teatro-canzone “L’ultimo giorno di sole”, scritta per l’attrice Chiara Buratti e attualmente in scena. “Vorrei che tutti sapessero che non ha mai avuto un momento di rabbia o di sconforto”, ha dichiarato la moglie, pochi giorni dopo la scomparsa, aggiungendo: “Mi diceva : “Comunque vadano le cose , io ho avuto una vita che altri avrebbero bisogno di tre per provare le stesse emozioni. E se penso che sarei dovuto morire nel 2002 e in questi dodici anni ho fatto le cose a cui tenevo di più , devo ritenermi l’uomo più fortunato del mondo” .
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