
Il sud non è la terra promessa di tutti i politici italiani, dei partiti, movimenti, ognuno di loro viene al sud solo per attingere voti. Usano il sistema più classico di tutti: promettere. Le promesse al sud se ne sono consumate tantissime. Ognuno di loro ha né fatta una per catturarsi la fiducia di un popolo disperato. Purtroppo dal dopoguerra a oggi nel meridione non è cambiato nulla. I faccendieri della politica hanno fatto corse per venire al sud è promettere lavoro, sanità efficienti, trasporti efficienti, scuole efficienti, strade asfaltate, mare pulito, sviluppo del turismo, insomma, tutto quello che al sud mancava, loro lo promettevano. Peccato che quello che hanno promesso nulla è stato fatto. Non potevano farlo, altrimenti nella successiva campagna elettorale non avevano cosa chiedere per avere in cambio il voto. E così facendo il sud è rimasto vittima del sistema politico, che l’ha saputo solamente prendere in giro.
Hanno tutti approfittato della disperazione dei meridionali, che avevano bisogno della promessa per sperare in un cambiamento serio ed efficace. Un popolo deriso e mortificato dal potere sia politico sia malavitoso. Le esigenze obbligavano a credere in qualcuno, è stato sempre così. Quella promessa serviva per accendere la speranza.
Alla fine però il sud non è mai emerso. Invece al sud è stata tolta la possibilità di vivere serenamente. È stata la stessa politica a lasciarlo nel sottosviluppo, affinché ci fosse un angolo del paese dove potere continuare ad attingere voti approfittando della situazione negativa. L’Italia è stata governata da tutti, M5S compreso, e tutti hanno continuato a promettere e lasciare, però, che le cose rimanessero così com’erano.
Adesso però è giunto il momento di dire basta. Il sud non può rimanere eternamente terra promessa per la classe politica italiana. Le promesse non servono più, ora occorrono fatti concreti. Fatti, non più promesse. Purtroppo in Italia c’è la peggiore classe politica esistente nell’universo. I cittadini del sud tentano sempre di aggrapparsi a qualcosa, ma se ognuno di noi non si aggrappasse più a nessuno, ma consegnasse in massa la scheda elettorale per protesta, qualcosa cambierà per davvero. Il timore che metà nazione non va a votare, non li segue nei comizi elettorali, non ascolta più le loro menzogne, metterebbe fine all’angosciosa presa per i fondelli che si è consumata dal dopoguerra ad oggi. Non abbiamo alternative, il sud non può continuare ad essere terra fertile per chi deve raggiungere l’obiettivo della poltrona d’oro, tutti, nessuno escluso. I meridionali devono iniziare a prendere posizioni convinte e decise, per porre fine alla loro eterna situazione di sottosviluppo. Gridare ad alta voce GIÙ LE MANI DAL SUD.
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