
ROMA –«Un normale trasferimento», dice il nigeriano Lucky Awelima accusato di aver partecipato al delitto di Pamela; «un tentativo di fuga», ribattono i carabinieri che lo hanno arrestato dopo una notte di interrogatori. Il nigeriano – come riporta “Il Giornale” – viveva in un albergo a 4 stelle tra Macerata e Montecassiano, l’hotel Recina. Accanto alla sua cella in carcere ci sono i suoi complici Innocent Oseghale e Desmond Lucky, tutti nigeriani e accusato di aver fatto a pezzi il corpo della povera pamela.
Si scopre, scrive “Il Giornale”, oggi che Lucky Awelima, 27 anni, da più di un anno (dopo essere sbarcato in Sicilia con lo status di «profugo di guerra») alloggiava a spese dello Stato italiano in un resort che le recensioni su TripAdvisor indicano di «ottimo livello» sotto ogni profilo: servizi, accoglienza, menù, stanze. Qui un pernottamento costa circa 100 euro al giorno. Lucky Awelima era formalmente «un perseguitato politico» che l’Italia proteggeva dalle violenze del suo Paese, la Nigeria. Ma alla luce delle accuse che ora gli vengono mosse, c’è il fondato sospetto che Awelina sia più un carnefice che una vittima. Ieri alle 13:49, quando il Giornale ha telefonato per chiedere conferma della presenza di Lucky nei registri dell’albergo, un cortese ma deciso concierge ha risposto: «I responsabili dell’hotel non ci sono e io ho l’assoluta consegna del silenzio. Riprovi domani». Sempre ieri alle 16:45 rispondeva solo il sibilo di un fax al numero dell’associazione Acsim di Macerata che avrebbe fatto assegnare al nigeriano l’alloggio in hotel. Awelima non lavorava: la sua «attività professionale» era legata solo al mondo dello spaccio. Anche per questa ragione la prima domanda di asilo politico presentata da Awelima era stata respinta, ma un ricorso era pendente presso il Tribunale di Ancona. Nell’attesa, a mantenere Lucky a colazione, pranzo e cena, provvedeva lo Stato italiano. Facendolo pernottare tra l’eleganza di un hotel a 4 stelle. Un migrante, falso profugo, sospettato ora di essere un vero killer. Accade in Italia, nel 2018.
Articoli simili: