
La smettessero di ingolfare la mente dei giovani con soluzioni che nulla c’entrano con la vera produzione. Oggi i ragazzi indirizzano l’interesse solamente verso attività che offrono servizi. Che non richiedono nessun sforzo fisico, ma solo la comodità di una scrivania. Alla fine i servizi non rendono produzione. Il dolo maggiore del nostro tessuto sociale che ruota intorno al lavoro, è la netta mancanza di una produttività come nei tempi dell’immediato dopoguerra. Se questa nazione è cresciuta e si è evoluta, lo devo molto alla categoria dei mestieri antichi. È stata l’ossatura che ha consentito all’Italia di poter creare nuove grandi aziende. Molte piccole imprese artigiane sono diventate grandi aziende, portandole da pochi dipendenti a centinaia di dipendenti.
La politica la deve smettere di ricercare nelle piccole partite Iva il nemico da sconfiggere. L’Italia costruita dopo il 1970, è un paese che muore lentamente. Ora è giunta in un’agonia profonda che porterà inevitabilmente alla fine di un ciclo positivo trasformandolo in uno drammatico.
Sono proprio i mestieri antichi che vanno riscoperti e portati ad essere di nuovo il volano economico della nazione. Si parte da niente e si diventa grandi: così è cresciuto il bel paese. Per farlo, bisogna azzerare perlomeno per i primi cinque anni di vita di una partita Iva, giovani o non, tutte le tasse compresi i contributi previdenziali. Nessuno ricorda che prima essi erano facoltativi e davano una mano a chi apriva una piccola attività, poi governi intelligenti, sempre per fare cassa, li fecero diventare obbligatori. Per gli artigiani i commercianti e tutte quelle attività piccole, i contributi previdenziali sono diventati la grande mannaia. Un costo che spesso non è possibile pagare fino a indurre alla chiusura ma, nello stesso momento, lo stato ha preteso e distrutto non più l’azienda ma l’individuo. Ripristinare il gusto dei vecchi mestieri significa riportare le lancette degli orologi indietro e consentire a chi vuole mettersi in gioco di farlo senza essere asfissiato dal fisco e dalla burocrazia. L’Italia in questo momento ha bisogno di menti capaci di ricreare il circuito della produttività. L’attuale situazione induce paura a chi vuole fare impresa. Dall’altra parte della barricata vede uno stato nemico e non amico. Vede nella classe dirigente la belva e lui diventa la preda. Il bel paese ha l’urgenza di ricostruire i vecchi mestieri di un tempo che sono fonte di occupazione e di ricchezza economica e sociale. Quello che stiamo facendo è solo la rottura di un equilibrio che sta lentamente perdendo lucidità. I vecchi mestieri sono stati condannati a scomparire, mentre erano la ricchezza del paese.
Articoli simili: