
Sembra lontano ma in effetti il natale è quasi alle porte. È un natale completamente diverso. Non si vedranno i fiumi di persone per le strade per la corsa al regalo, tutto dovrà essere funzionale alla pandemia in corso. Il governo inizia a studiare i provvedimenti che potrebbero consentire un Natale senza troppi rischi. In questi giorni è iniziato il balletto delle ipotesi allo studio. Il liberi tutto non ci sarà, anche perché il tempo per capire la curva dei contagi è esiguo. Se tutto si fosse fermato agli inizi di ottobre, quando la curva dei contagi iniziava a risalire in maniera drammatica, ora si scriverebbe in maniera diversa. Ora, invece, occorrono delle misure che siano adeguate al momento tenendo sempre conto della curva dei contagi. Dunque, ci potranno essere degli allentamenti delle misure finora adottate ma saranno ad hoc. Dagli acquisti durante le feste alle raccomandazioni sul cenone, la nuova linea temporale di confine sulle nuove disposizioni anti-Covid è il 3 dicembre, giorno in cui scade l’attuale Dpcm. C’è ancora tempo, ma di sicuro la curva dei contagi non scenderà a zero, ma avrà un rallentamento che non permette di sentirsi fuori dalla tragedia che stiamo vivendo. Anche perché un rilassamento significa rifare lo stesso errore dell’estate e dopo Natale nessuno ci toglie un lockdown nazionale.
Il governo vuole fare in modo che possano ripartire i consumi in previsione delle feste natalizie, per dare una boccata di ossigeno a tutte le attività commerciali che in questo momento stanno soffrendo più di tutti le restrizioni delle zone colorate.
L’unica possibile deroga per chi si trova nelle zone rosse potrebbe essere quella di una “tutela degli affetti”, affinché le persone sole non “siano abbandonate”: che tradotto significa la possibilità di festeggiare il Natale con i propri parenti spostandosi in una qualsiasi altra regione. Tutto è al vaglio del governo e degli esperti. Dove il governo non trova una quadra certa è sul come stabilire “norme” su chi dovrà stare a tavola per il cenone: in questo caso ci saranno ‘raccomandazioni’ che terranno conto solo del numero massimo di persone al tavolo (al momento è sei) e di prevedere soltanto la presenza di famigliari che si frequentano abitualmente. Restano proibiti feste e balli, così come i cenoni in albergo, mentre le piazze saranno chiuse o a numero ristretto, laddove sarà possibile rispettare le distanze.
L’altra ipotesi del governo è l’allungamento degli orari, con i negozi aperti fino alle 22 o alle 23 e sempre con accessi contingentati dei clienti. Negli ultimi giorni erano anche emerse le ipotesi di ‘allungare’ il coprifuoco a mezzanotte, almeno nei giorni di festività, e un accesso ‘a numero chiuso’ nei centri commerciali, per evitare assembramenti.
La certezza che le zone rimarranno quindi è scontato che il natale non si festeggerà dappertutto allo stesso modo. Insomma, sarà un natale diverso dagli altri con molte restrizioni e raccomandazioni. Un dato è certo, questo natale entra anch’esso nella storia, perché allo stato attuale fare delle previsioni certe è del tutto impossibile.
Articoli simili: