
Il movimento che ha ottenuto alle scorse politiche più del 30% dei consensi, non esiste più. È una creatura che ha mostrato tutti i suoi lati negativi perdendo smalto e non riconosciuto più come cambiamento nel panorama politico italiano. Pur di rimanere al governo sta mandando a malora tutti i punti che gli hanno dato forza, partendo dall’antieuropeismo per diventare europeisti convinti. Nel secondo governo Conte, e con l’alleato PD, che tante politiche sbagliate ha commissionato al popolo italiano, il M5S sembra ormai avviato ad accettare qualsiasi cosa gli viene comminata dal due PD-Renzi.
Si capisce da un miglio lontano che il M5S si avvia verso una profonda spaccatura che lo porterà verso una scissione profonda.
Si è visto nel pacchetto che prevede la regolarizzazione dei migranti. Il confronto è stato duro spaccando il M5S e costretto il premier Conte a intervenire per placare gli animi nella maggioranza di governo. Un richiamo all’ordine in piena regola davanti a un Movimento sempre sull’orlo della crisi di nervi tra l’anima progressista filo-dem e quella sovranista, che teme emorragie di consensi verso l’ex alleato leghista. Ha cercato di metterci una pezza il ministro degli Esteri Luigi Di Maio che, ancora ieri sera, ha detto no a «sanatorie indiscriminate». Ma la strada è già tracciata e il pacchetto sarà presentato nel consiglio dei ministri, che dovrà legiferare l’atteso decreto per far ripartire l’Italia.
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