
ROMA- A favore dei migranti scendono in campo un po’ tutti, legittimamente, ma chi la pensa diversamente non è certamente un razzista, bensì una persona ragionevole che pensa a come aiutarli senza farli scappare dalle loro patrie. Il pomo della discussione deve essere ponderante e guardare all’aspetto fondamentale della vita dei bisognosi. Non si può fuggire dalla propria casa per nessun motivo. Noi italiani siamo stati il primo popolo di immigranti al mondo, ma era una immigrazione dovuta alla carestia del dopoguerra. Era regolata e non era come quella che si vive oggi, dove un fiume di persone si riversa sulle nostre sponde. Non c’erano gli scafisti, le coop, le associazioni umanitarie, che messi in insieme lucrano sulla pelle di fugge.
Noi italiani siamo un popolo accogliente, ci prodighiamo per chi soffre, ma è la macchina politica, non solo italiana, che specula sui migranti. Spesso lo fanno anche solo per scopi politici, oppure per catturare consensi elettorali. Cosa che, per fortuna, non avviene e chi si vanta di essere moralista finisce per essere ignorato dallo stesso popolo. Nessuno è rispettoso nei confronti di chi scappa, ma non vorrebbe farlo. Noi italiani siamo stati i primi, grazie all’America, ad essere stati liberati dalla tirannia. I nostri avi non hanno abbandonato la loro patria in nessun modo, non sono scappati, si sono rimboccati le maniche, una volta liberati, ed hanno ricostruito la nazione. Quindi il succo sta tutto qui: liberare questi popoli dalla schiavitù, dalle dittature, dal terrorismo, per fargli riprendere in mano le sorti della loro terra riconquistando la libertà. Non si può pretendere che tutti devono scappare per liberarsene.
Quindi noi occidentali dimostriamo di essere solamente ipocriti, volgari, speculatori e bugiardi. Nessuno dice la verità sull’immigrazione, che è un fenomeno che noi tutti paghiamo. Per arrivare qui ci vogliono dai 4000 mila ai 10mila dollari. Se quelle sono persone povere o magari non hanno nulla, come fanno a mettere su tutti questi soldi per arrivare in Europa? Gli scafisti vogliono essere pagati in contanti, nessuno sconto, è un affare e quindi non guardano in faccia a nessuno. Allora chi arriva qui non può non essere un ceto medio di quelle terre. Purtroppo la realtà è questa, poiché chi arriva è una piccolissima parte di chi rimane a soffrire. Chi ha avuto modo di assistere agli sbarchi sa che i profughi appena approdono dicono di aver perso in mare i documenti, però in mano stringono telefoni costosissimi. Strano, non vi pare?
Ma non è solo questo l’aspetto increscioso di una vicenda che vede girare intorno a sé miliardi di euro che, alla fine, finiscono nelle mani di pochi. Ingrassano le tasche di esseri irresponsabili che hanno costruito un business che non vogliono perdere. Chi vuole aiutare veramente un essere umano non lo fa scappare, lo aiuta a restare e ricostruire come è successo a noi italiani. Invece l’ipocrisia di una parte politica specula su questi esseri umani. E deve essere chiaro a tutti che chi arriva non è la fine del dramma, ma l’inizio, perché qui da noi non trova nulla: noi non abbiamo niente da garantire a chi fugge. Inoltre se qui arrivano mille, a morire rimangono cento milioni di persone. Quindi i signori del buonismo e favoritismo a tutti i costi, non sono altro che una macchia, perché sono i primi a speculare su un dramma gigantesco. I popoli vanno aiutati a riconquistare la libertà e non farli fuggire.
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