
Le incognite per questa ripartenza sono tante. Da oggi entra in gioco la responsabilità delle persone. La ripartenza di questa mattina è una condizione dettata dall’esigenza di non morire del tutto. Il governo Conte ha commesso una quantità di errori che è difficile conteggiarli. Sin dall’inizio ha sbagliato tutto. Ma ora è inutile versale lacrime del passato, il presente ci consegna questa mattina una nazione distrutta. Più di 32mila morti e un’economia quasi azzerata. La povertà dilaga, e lo stato ha fatto solo proclami ma la sostanza è stata quasi zero.
Oggi inizia l’immunità di gregge poiché il virus è ancora tra noi. Abbiamo chiuso l’8 marzo con 1700 contagi, riapriamo con 675 contagi della giornata di ieri. Il virus è in mezzo a noi e può colpirci ancora. Purtroppo anche l’economia aveva bisogno di mettersi in moto. L’unica soluzione era di ricomunicare a camminare. La ripresa non è semplice, è tutta in salita. Le difficoltà che si devono affrontare da oggi sono innumerevoli. Restare fermi per quasi tre mesi, ha messo in ginocchio il tessuto socio-economico dell’Italia. Tra la gente la paura è ancora tanta. Solo il tempo ci dirà cosa possiamo fare e come possiamo convivere con il virus fino a quando non sarà scoperta la cura adatta per contrastarlo. Per il momento dobbiamo iniziare, ma le persone capiscano che non è finito nulla, ed è solo una convivenza forzata con il nemico.
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