
Primavera 1950. New York. Studio di registrazione musicale della CBS. Il tenore Aurelio Guidi, in arte “Nino D’Aurelio”, è alle prese con l’incisione del suo nuovo disco, una raccolta piano e voce delle arie d’opera di maggior successo del compositore Giacomo Puccini, sotto gli occhi del figlio tredicenne, Giorgio, che lo ha accompagnato perché amante della musica e del canto. Terminata la prima parte della registrazione, l’artista, richiamato dal fonico per la messa a punto di alcuni dettagli sonori, si allontana insieme al pianista dalla sala per una pausa. Il piccolo Giorgio, rimasto solo, attratto dal pianoforte, si avvicina allo strumento per suonarlo. Intonata appena la melodia della canzone “Embraceable you” di G.Gershwin, inizia a cantarla a piena voce, attirando l’attenzione del direttore d’orchestra Paul Whitman, passato di sfuggita accanto alla stanza. L’uomo, entrato senza farsi sentire dall’adolescente, attesa la fine del brano, si avvicina al ragazzo dandogli un colpetto sulla spalla ed esclamando: “Hai una bella voce, lo sai?…dovresti fare il cantante…” ; “Mio padre è un tenore…ci siamo trasferiti dall’Italia…io sto studiando contrabbasso e pianoforte alla High School Music and Art!…vorrei, un giorno, diventare come lui!…” , spiega timidamente il ragazzo. “Ok!… tu studia pure tutti gli strumenti che vuoi…ma sappi che per cantare è necessario avere uno stile personale e tu , malgrado sia ancora così giovane, ce l’hai, figliolo!…sei elegante, garbato, un vero crooner, un vero cantante confidenziale…dai retta a me!…”, sentenzia il musicista, chiosando : “Non perdere troppo tempo con i gorgheggi e le cesellature del belcanto…piuttosto dedicati al jazz e allo swing… questo è il futuro, il nuovo che avanza!…quindi, mi raccomando : dillo subito a tuo padre, quando ritorna…e se non è d’accordo e ti fa storie, tu digli : “me lo ha detto Paul Whitman, il direttore d’orchestra di Gershwin!…””.
“Lavorare, misurandomi di volta in volta con esperienze diverse, mi pare fosse esattamente quello che desideravo. Il mio esempio sono gli uomini di spettacolo americani : cantanti, intrattenitori, attori, comici, ballerini, presentatori”. Così dichiarava , qualche tempo fa, nel corso di un’intervista , a proposito della sua carriera, il cantante, attore e conduttore Johnny Dorelli. Nato il 20 febbario del 1937 a Meda (comune della provincia di Monza) , dal tenore Aurelio Guidi e dalla casalinga Teresa , Giorgio Domenico, questo il vero nome dell’artista, si trasferisce ancora bambino negli Stati Uniti al seguito della famiglia. Rivelato un talento innato per la musica e per il canto, studia il contrabbasso e il pianoforte presso la High School of Music and Art di New York, facendosi notare , appena tredicenne, dal direttore d’orchestra del compositore George Gershwin , Paul Whitman, incontrato in una sala registrazione della CBS, che gli consiglia di intraprendere la carriera di cantante. Quindi, pubblicato nel 1951, a soli quattordici anni, il 78 giri “Arrotino/Famme durmì”, esordisce nel mondo della canzone. Poi, preso parte a trasmissioni della televisione americana per gli emigrati italiani ,condotte da Mike Bongiorno, fa ritorno in Italia, ingaggiato dalla compagnia di rivista dei fratelli Maggio. Guadagnati ,così, i primi riconoscimenti da parte del pubblico, nel 1958 partecipa per la prima volta al Festival di Sanremo, in coppia con Domenico Modugno, interpretando la canzone “Nel blu dipinto di blu”, risultata vincitrice dell’edizione. Girato il Belpaese sull’onda del successo , presenziando a numerose manifestazioni musicali , continua a incidere dischi (“Cordialmente”, “E’ arrivato Da Sanremo”) , sino al 1959, anno nel quale si ripresenta in gara al “Festival dei fiori”, duettando nuovamente con Modugno nel brano “Piove” e classificandosi ,ancora una volta, al primo posto. Negli anni Sessanta, divisosi tra cinema (“Totò, Peppino e le fanatiche” e “Tipi da spiaggia”) e televisione (“Johnny 7”, “Johnny Sera”, “Sabato sera”, “Cantagiro” e “Canzonissima”), desta scalpore presso l’opinione pubblica per la sua relazione con l’attrice Lauretta Masiero, non suggellata con il matrimonio e dalla quale nasce il figlio Gianluca. Divenuto un beniamino del pubblico italiano , tra una partecipazione al Festival ( con la melodica “Il gioco dell’amore”,in coppia con Caterina Caselli) e la conduzione della trasmissione radiofonica “Gran Varietà”, debutta sul grande schermo in veste di protagonista del film “Arriva Dorellik” ,trasposizione cinematografica delle avventure dell’omonimo personaggio televisivo, ispirato ai fumetti di “Diabolik”. Nel decennio Settanta, conquistate le platee dei teatri, (ma non i critici), con lo spettacolo “Aspettando Jo”, stringe un sodalizio artistico con l’attrice-cantante Catherine Spaak, che sposa nel 1972 e da cui ha il secondogenito Gabriele. Rivelatosi un raffinato interprete di commedie musicali e non (“Promesse…promesse”, “Niente sesso siamo inglesi” e “Aggiungi un posto a tavola”, musical , quest’ultimo firmato Garinei e Giovannini) , è diretto da registi quali Franco Brusati (“Pane e cioccolata”) , Luciano Salce (“La presidentessa”), Luigi Zampa (“Il mostro”), Steno ( “Amori miei”) e Sergio Corbucci (“Non ti conosco più amore”). Raccolto un largo consenso con la commedia musicale di Garinei e Fiastri “Accendiamo la lampada”, nel decennio Ottanta è protagonista delle scene con le commedie degli equivoci di Ray Cooney “Taxi a due piazze” e “Se devi dire una bugia dilla grossa” e con il varietà celebrativo di Enrico Vaime “Ma per fortuna c’è la musica!” . Legatosi , dopo la separazione dalla Spaak , alla giovane collega Gloria Guida, da cui ha la figlia Guendalina, si cimenta negli sceneggiati televisivi (“Cuore” di Luigi Comencini e “La coscienza di Zeno” di Sandro Bolchi), dimostrando doti di attore drammatico. Di nuovo conduttore della gara musicale televisiva “Premiatissima”, della quarantesima edizione del Festival di Sanremo e del varietà “Fantastico 12”, nel 1995 porta in giro per i teatri italiani la pièce “Biglietto d’oro” “Bobbi sa tutto”, al fianco di Loretta Goggi, che ritrova fra il 1997 e il 1999 nella fortunata sit-com Mediaset “Due per tre”. Nei primi anni del Duemila, infaticabile e inarrestabile mattatore dello spettacolo teatrale di Neil Simon “I ragazzi irresistibilili”, intenso coprotagonista della pellicola di Pupi Avati “Ma quando arrivano le ragazze?”, incide il nuovo album “Swingin”, festeggiando nel 2007 il settantesimo compleanno con la partecipazione in gara al “Festival della canzone italiana”. Defilatosi dalle scene negli ultimi anni, per via delle sue condizioni di salute, ormai nonno a tempo pieno, qualche tempo prima di ritirarsi ha detto del suo mestiere di artista : “Noi teatranti siam sempre con la valigia pronta , è vero!…ma abbiamo un grande privilegio : il palcoscenico ci aiuta a restare vivi, è una continua sfida con se stessi e, per di più, se hai un pubblico che ti vuole bene, che ti segue da anni, che riempie la sala per applaudirti, beh…è una carica, un’iniezione di vitalità senza eguali!” .
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