
Tutto parte dall’approvazione della Tav. Il premier Conte, scelto dal M5S e uomo del movimento, entra in parlamento e dice ” costa più non farla la Tav”. Il movimento invece di votare la Tav, ma per mantenere la sua ideologia del No, non la vota sfiduciando di fatto il suo premier. A questo punto il movimento per essere coerente, doveva uscire dalla maggioranza e di fatto essere lui a portare il paese al voto. Cosa che non è successo.
Salvini cade nella trappola del M5S. Dopo i troppi no del movimento, Salvini crede che sfiduciando Conte il movimento entrasse in paura e si stilasse un nuovo programma di governo basato molto sui si e non sui no. Salvini sottovaluta un aspetto: a guidare per davvero il movimento sono sempre Grillo e Casaleggio junior. Quindi aperta la crisi l’interlocutore non e stato più Di Maio, ma chi sta più in alto di lui. Certo, se ci fosse stato Casaleggio padre le cose a quest’ora sarebbero diverse. In una sua intervista alla domanda: ” se il capo dello stato Napolitano le chiedesse di entrare in un governo col PD lei cosa farebbe? La risposta fu velocissima: ” uscirei dal movimento”. Purtroppo Salvini ha sottovalutato il cambiamento radicale del M5S.
Aperta la crisi, il PD ci si è catapultato dentro come un uragano. Prima Renzi poi Zingaretti. E qui cade invece il movimento. Il PD è un partito marpione formato per la maggiore da politici navigati e di lunga carriera. È il partito che più di tutti vuole distruggere il M5S. Quindi per il PD L’affare è d’oro, anche perché c’è la possibilità di tornare al governo senza passare per il copro elettorale. Chi pagherà la pessima scelta non sarà il PD che si spenderà come il salvatore della legislatura, ma il movimento che dovrà accettare ogni ricatto politico pur di non far cadere il governo da lui voluto. Il Pd vorrà l’apertura dei porti, vorrà una manovra strappalacrime, non vorrà l’abbassamento delle tasse come chiesto da Salvini, quindi il movimento si ritroverà a essere il piccione in quel tiro a bersagli da parte degli alleati di governo e le opposizioni. C’è da dire che Renzi sarà l’uomo che comanderà tutto, poiché ha il maggior numero di parlamentari, e il movimento dovrà prima accontentare Renzi e poi il PD. Guai su guai per il M5S.
Già ora il movimento ha perso credibilità all’occhio degli elettori, dopo Sarà peggio. La crisi beneficerà sia la Lega che Renzi. Il nuovo governo nasce con i nemici del M5S e oggi gli italiani non credono più nel movimento. Inoltre la crisi favorirà Meloni, che negli ultimi sondaggi è sempre data in crescita. Alla fine di tutto, Salvini è stato ingenuo a cadere nella trappola del movimento, il movimento è irresponsabile a non capire che l’unico che si sta scavando la fossa è lui, mentre il PD brinda il ritorno al potere grazie al M5S. Il voto è la strada maestra.
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