
Questa è la settimana santa, per noi paretani è il periodo più bello, poiché ci traghetta verso i festeggiamenti in onore di Maria SS della Rotonda. Per noi ogni anno c’è il rinnovo dell’amore che proviamo per la vergine Maria. Un’amore viscerale, che ci lega a lei dal momento in cui sciolgono il nostro cordone ombelicale e noi lo leghiamo alla sua immagine. Per noi Pasqua e Pasquetta è tutto.
Quest’anno il nostro amore aumenta ancora di più: per la prima volta Maria SS della Rotonda, nei giorni di Pasqua, per la prima volta non uscirà dalla chiesa il lunedi in albis.
La Pasqua 2020 per noi aveva un sapore straordinario: ricadeva il centenario dell’incoronazione. In paese c’era un entusiamo unico, diverso dagli altri anni. Ognuno di noi si preparava a vivere un evento che avviene ogni cento anni. Fra cento anni, ma anche fra cinquanta anni, molti di noi non ci saremo più. Un’occasione irripetibile per noi. È la vita. Purtroppo.
Quando ho iniziato a fare la ricerca storica del libro “il centenario” non ho trovato memoria storica che descrivesse la mancata uscita di Maria SS della Rotonda il lunedi in albis. Guerre, terremoti, dittature, epidemie, non hanno fermato l’uscita della nostra madonna. Per la prima volta succederà. Un virus maledetto ha fermato il mondo. Il mostro ha fermato anche Maria della Rotonda. Per noi non è iniziata la settimana santa, per noi è iniziata la settimana della tristezza. Non possiamo nascondere che siamo tutti malinconici. Non riusciamo a sorridere, non c’è motivo per tutto quello che sta succedendo. I morti sono tanti e li affidiamo nelle braccia di Maria. Per loro uso la stessa frase che l’allora Parroco Don Antonio Basco usò nel giorno dei funerali di mia madre: “Dio raccoglie sempre i fiori più belli per il suo giordino. Oggi è toccato a noi donargli Nicolina come fiore pregiato per profumare il giardino del paradiso”. Tutti loro siano il nuovo profumo del paradiso.
È un monento particolare. Auguriamoci che tutto finisca presto. La Pasqua 2020 non l’avremo mai più, ma è già entrata nella storia e noi la racconteremo. Se le cose migliorano presto, e gli estremi di sicurezza lo permettono, credo che ognuno di noi il nostro centenario, seppur in ritardo, lo vogliamo vivere.
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