
ROMA- C’è una ragione evidente che spinge a fare una legge che vieti di far circolare notizie false sul web, soprattutto sui social network. Grillo sbaglia a generalizzare sulla categoria dei giornalisti, come sbaglia a generalizzare sulla categoria degli editori. Ci sono editori e giornalisti che lavorano per una corretta informazione, e come tutte le categorie, anche quelle comiche, c’è gente che non fa il suo lavoro nei migliori dei modi.
Ieri Grillo è uscito con una nuova sortita “Propongo non un tribunale governativo, ma una giuria popolare che determini la veridicità delle notizie pubblicate dai media. Cittadini scelti a sorte a cui vengono sottoposti gli articoli dei giornali e i servizi dei telegiornali – è la proposta avanzata da Beppe Grillo sul suo blog dal titolo “Una giuria popolare per le balle dei media”.
Tutti sanno che sui social circolano numerosi servizi fake news o bufale, quindi regolamentare questo sistema d’informazione inappropriato va a salvaguardare il settore dell’informazione che ogni giorno si sforza di rendere al cittadini un servizio utile a dare corretta informazione, quindi perché Grillo si fossilizza così tanto sui giornalisti? La banalità più grossa che pota avanti Grillo e data dalla generalizzazione del settore, dove tutti sembrano cattivi e non c’è un giornalista buono. Errore gravissimo, perché Grillo dovrebbe sapere che i suoi eletti ogni giorno inviano comunicati stampa a disparate testate giornalistiche che glieli pubblicano, quindi significa che non tutti sono uguali. Ma il costante attacco alla stampa sta disgustando anche chi finora a dato voce al M5S.
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