Quasi è stata ripetuta la stessa anomalia della fase iniziale dell’epidemia, quando si invitava ad andare a fare gli aperitivi, che il virus in Italia non sarebbe arrivato, e tutte le altre chiacchiere che poi hanno portato a 36mila morti. lo stesso scenario si è ripetuto in queste ultime settimane. Prima la libertà delle vacanze, poi il voto, il continuo dire che in Italia la situazione era sotto controllo, alla fine ha portato a 7.332 contagi nella giornata di mercoledì. Ulteriore errore in una fase che l’attuale governo ha gestito malissimo riportando il contagio a numeri elevatissimi.
Finora si è detto che il virus era morto, aveva perso la carica virale, che era quasi innocuo, invece ci ritroviamo gli ospedali terrorizzati per quello che potrebbe accadere. Il sud, dove la sanità fa acqua da tutte le parti, potrebbe vivere al situazione più critica. Nella prima ondato il sud era stato quasi risparmiato, in questo ritorno prepotente del virus è proprio il sud, in testa la Campania, ad avere un balzo di contagi nemmeno visti nella prima fase.
Gli esperti iniziano a fare ipotesi su quello che potrebbe succedere al sud, s suggeriscono alle varie amministrazioni di prendere in considerazione, in caso di saturazione dei posti letto e terapie intensive, di spostare i pazienti in altre regioni. E se con l’impennata di casi milanesi scatterebbe l’apertura dell’ospedale Covid della Fiera di Milano, in altre regioni non esistono strutture di salvataggio così attrezzate. Al Sud i settori Covid non hanno memoria storica. E devono ancora attrezzarsi. La situazione più delicata è in Campania, regione con altissima densità abitativa. Lì, attualmente, le degenze ospedaliere sino quasi al limite (700 su 820) mentre le terapie intensive dedicate sono a quota 63 su 110 disponibili, più della metà.
La situazione purtroppo è collassata in un giro di una settimana tanto che il governo ha adottato delle misure di contenimento, ma non sono forti come si dovrebbe. La stretta messa in campo non può in nessun modo far diminuire i contagi. Non sono alla base del flusso dei contagi. Lavoro e scuola muovono milioni e milioni di persone, quindi i trasporti pubblici sono un vero pericolo costante per al diffusione del contagio. Si augura che la situazione non sfugga di mano altrimenti la cosa si fa molto seria.