
Autunno 1959. Roma, Mercati Generali di via Ostiense. Nel viavai delle massaie intente ad acquistare frutta e verdura presso banconi dai colori sgargianti , il giovane Lando consegna una sporta carica di mele all’amico Nino detto “El Biondo”, canticchiando il ritornello di “Barcarolo romano”. “Eccoti , finalmente!…A’ La’ , ma se po’ sape’ che hai fatto fino a ‘st’ora?…Ce lo so’ io che hai fatto!…stai sempre a canta’!…” , lo rimprovera “El Biondo”. “Noooo, ma che cantare!…c’era un traffico sull’Ostiense che facevo prima a veni’ a noto… via Tevere , s’entende!…”, si giustifica Lando. “Er traffico”…”Er Tevere”…se se…t’ho capito io a te!…la verità è che stai sempre a perde’ tempo con quell’altro sciroccato d’Amedeo!…”, lo incalza Nino, continuando, “Lui te fa canta’ e qui le mele non arrivano e non se vendono…e io ,poi ,che gli dico alla sora Gina, alla sora Fausta, alla sora Ave, che al posto della frutta , stamane, gli offro un concertino?…Ma che te dirà mai ‘sto cervello che te ritrovi?…Voglia de’ lavora’ saltame addosso…Si , è vero, c’avrai pure ‘na bella voce, ma campa cavallo!…”. “Excuse me, noi are due americane…come dire voi?, “turiste”…”, lo interrompe una graziosa biondina dall’accento straniero, “Noi, cercare Campo de’ Fiori…è questo?…”. “Nooo, signori’!..questa è l’Ostiense…questi so’ i Mercati generali!…” , esclama concitato l’ambulante. “A’ Ni’ e che modi so’ questi ?…ma non lo vedi che so’ forestiere?…così le spaventi!…”, s’intromette Lando con atteggiamento sornione, “Se permettete, signorine, a Campo de’ Fiori, vi ci accompagno io… un attimo che finisco di consegnare la frutta…”fruit” ,come dite dalle vostre parti, e sono da voi!… Con il mio camioncino faremo in un attimo!…” . “A’ La’, ma come parli sofistico!…”, lo canzona l’amico Nino , congedandosi, “Senti ‘n’po’, prima de fa da autista alle straniere , se non ti è di troppo disturbo , ce sarebbero da carica’ quei quattro chili de’broccoletti pe’ er ristorante der sor Alvaro!…Magari , tra un broccoletto e l’altro, alle signorine , potresti pure fargli senti’ come canti bene?!…A’ signori’ , lo vedete questo ?…questo c’ha ‘na voce che, fra qualche anno , parola de Nino “El Biondo”, ve lo ritroverete in America!…perché questo è un vero “singer”, un vero cantante…questo è er nuovo Claudio Villa!…”
“Il nuovo Claudio Villa”: proprio così gli Americani definirono nel 1962, all’indomani della prima statunitense della commedia musicale di Garinei e Giovannini “Rugantino”, il cantante e attore Leopoldo Fiorini, meglio noto come “Lando”, tra gli interpreti dello spettacolo. Nato a Roma , in via Vicolo del Cinque, nel quartiere Trastevere, il 27 gennaio del 1938 , ultimo di otto figli, trascorse l’infanzia e parte dell’adolescenza presso una famiglia di Modena cui fu affidato dai genitori, non potendo questi ultimi garantirgli un sostentamento sicuro ,per via delle precarie condizioni economiche. Segnato dalla prematura scomparsa della madre, fece ritorno nella Capitale in piena Ricostruzione, intraprendendo i lavori più disparati come il barbiere , il meccanico riparatore di biciclette e il facchino ai Mercati generali di via Ostiense. Attratto dalla musica ,mostrata un’attitudine per il canto, fu spinto dagli amici Nino ed Amedeo a tentare la carriera di cantante. Quindi, agli inizi degli anni Sessanta, partecipò al “Cantagiro”, gara canora itinerante, collocandosi al terzo posto in classifica dopo Celentano e Don Backy. Scritturato nel 1962 per il ruolo del cantastorie “Serenante” nella commedia musicale di Garinei e Giovannini “Rugantino”, nel corso della tournée americana dello spettacolo , riscosse largo successo presso il pubblico con l’interpretazione della canzone “Ciumachella de Trastevere”, affermandosi come l’erede di Claudio Villa. Conduttore e animatore di programmi radiofonici ( “L’Arciroma”) e televisivi ( “Dizionarietto musicale”, “Il paroliere, questo sconosciuto”, “Ciao mamma” , “Adesso musica” , “Canzonissima” e “Un disco per l’estate”) , non tralasciò la sua passione per la musica ,pubblicando un album all’anno: “Roma mia” (1963), “Passeggiate romane”(1965) e “Roma sei sempre tu” (1966). Inciso il brano “Chitarra romana”, nel 1972 prese parte al film di Sergio Corbucci “Storia di fifa e di coltello-Er seguito der più”, parodia di “Er più-Storia d’amore e di coltello”con Adriano Celentano, vestendo ancora una volta i panni di un cantastorie. Realizzato il sogno di aprire e dirigere un teatro-cabaret , il “Puff”, luogo di intrattenimento , diffusione della cultura romana e fucina di talenti ( fra i quali Enrico Montesano, Leo Gullotta, Lino Banfi, Gianfranco D’Angelo e Maurizio Mattioli), nel decennio Settanta girò la serie televisiva “Ciao , torno subito”, partecipò nuovamente a “Canzonissima” e condusse insieme con Maria Rosaria Omaggio la trasmissione “Er Lando furioso”. Firmate e interpretate le sigle ( “Un sogno di marmo” e “Cento campane” ) degli sceneggiati Rai “Il fauno di marmo” e “Il segno del comando” , nel 1974 conquistò la finale di “Un disco per l’estate” con la canzone “Er monno”, che si aggiunse ai cavalli di battaglia : “Barcarolo romano”, “Pupo biondo”, “Ponte mollo”, “So’ stato er primo a fatte di’ de sì” e “Lella” . Produttore dei suoi dischi e delle sue antologie ( le raccolte “Momenti d’amore”, “Tra i sogni e la vita” ed “E adesso…l’amore”, contenenti brani scritti da Franco Califano, Amedeo Minghi, Renato Rascel , Carlo Rustichelli e ArmandoTrovaioli), fra gli anni Ottanta e Novanta continuò la sua attività di direttore artistico del “Puff”, senza tralasciare ,però, gli impegni di cantante (nel 1994 si presentò in gara al Festival di Sanremo insieme alla formazione “La squadra italiana”,composta dagli artisti Giuseppe Cionfoli, Jimmy Fontana, Rosanna Fratello, Wilma Goich, Mario Merola , Gianni Nazzaro, Wess, Toni Santagata, Manuela Villa e Nilla Pizzi, con il brano “Una vecchia canzone italiana”). Protagonista di alcuni varietà come “La risata fa 40”, rappresentato nel suo locale-cabaret per festeggiarne i quarant’anni dalla fondazione, attivo nella discografia sino al 2010 (pubblicò l’album “Ti presento Roma mia”) , dal 2003 diradò le sue apparizioni per poi ritirarsi dalle scene definitivamente a causa di una malattia. Spentosi il 9 dicembre scorso, all’età di settantanove anni, assistito dai figli Francesco Saverio e Carola , avuti da Anna Ghezzi, sposata nel 1964, è stato salutato da una folla di romani accorsi alla cerimonia tenutasi presso la camera ardente allestita in Campidoglio, cui ha fatto seguito il rito funebre officiato nella chiesa di Santa Maria in Trastevere. Celebrato in modo unanime dalle autorità capitoline, dai familiari, dagli amici e dai colleghi come : “il core grosso, il Re di Roma” , non ha mai smesso di ricordare e difendere le proprie radici, convinto che “La romanità autentica” non fosse “quella coatta , ma la romanità di Anna Magnani, di Aldo Fabrizi e di Gigi Proietti. Fatta di pulizia e soprattutto di rispetto per gli altri. Come diceva Checco Durante : “Fate del bene che la vita è breve, c’è più gioia ner da’ che ner riceve””.
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