
È inutile prendersi in giro: il turismo non ripartirà a pieno regime prima di 12/18 mesi. È una triste realtà, ma è una realtà. Ormai tutto il mondo è avvolto dalla tragedia dell’epidemia da coronavirus. È difficile pretendere che dagli altri paesi possono giungere turisti per visitare il nostro paese. Oltretutto, i rischi di contagi provenienti da altri paesi sono elevati, quindi è lo stesso stato che deve evitare arrivi come un tempo. A ciò va sommato la paura che comporta questa epidemia. Insomma, diversi fattori bloccheranno ancora a lungo il settore turistico, specialmente quello alberghiero e tutta la filiera che gli ruota intorno. Nemmeno il tessuto turistico interno si riprenderà in breve tempo. La stagione estiva è già compromessa. Rispettare tutte le regole per evitare contagi è del tutto impossibile. I balneari lo sanno bene, anche se rivendicano l’apertura. Chi non andrà a mare con lo stesso flusso degli anni passati, sono i cittadini. Sono tanti i motivi che spingono i cittadini a rinunciare alle vacanze. Dovranno rispettare regole che alla lunga diventano asfissianti, inducendo le persone a rinunciare. Tutta la filiera del tessuto turistico sarà coinvolta dalla mancanza di commesse. Le regole ci saranno, ma sono i clienti che mancheranno. Se s’inizia a vedere un po’ di luce, e il virus si spegne in tutto il mondo, il settore turistico può iniziare a vedere un po’ di luce non prima di Natale. Fa male, perché il turismo genera oltre il 5 per cento del PIL e oltre il 6 per cento degli occupati del Paese. un settore che è andato a collasso molto prima di tutti gli altri settori. Già a fine gennaio, dopo che dalla Cina arrivavano notizie del coronavirus, il turismo italiano è andato in caduta libera.
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