
ROMA- È tutta l’eurozona che frena come già annunciato ieri dal presidente della Bce Mario Draghi. Non va meglio per l’Italia che arresta visto che il Pil è aumentato solo dello 0,2% nel terzo trimestre a confronto dello 0,4% del precedente. Numeri alla mano le chiacchiere di Renzi se le porta il vento: nel terzo trimestre del 2015 il prodotto interno lordo (PIL), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2010, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dello 0,9% nei confronti del terzo trimestre del 2014. Nello stesso periodo il PIL è aumentato in termini congiunturali dello 0,4% negli Stati Uniti e dello 0,5% nel Regno Unito. In termini tendenziali, si è registrato un aumento del 2% negli Stati Uniti e dello 2,3% nel Regno Unito.
Questi numeri confermano quello che andiamo dicendo da tempo, che la ripresa non esiste finché non si ristabilisce un parametro di equità tra nord e sud. La crisi non è per niente finita, e quei zero virgola non servono a nulla se non si ha una tendenza diversa, con una inversione sulle tasse che stanno letteralmente uccidendo famiglie e imprese.
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