
L’unica tipologia di impresa in crescita negli ultimi anni è quella delle società di capitale. Mentre le partite Iva individuali aprono e chiudono in breve tempo. Ad aprirle sono maggiormente i cinquantenni e l’indirizzo è quasi sempre il commercio. C’è sempre un pareggio tra aperture e chiusure, e l’unico che ci guadagna è lo stato. Questi soggetti produttivi non riescono a sostenere l’elevata pressione fiscale che gli ruota intorno, e in meno di tre anni sono costretti a chiudere. Per le sinistre questi soggetti sono evasori che, a detta loro, eludono il fisco, ma non comprendono che non riescono ad andare avanti. Chi è stato iscritto alla camera di commercio ed ha avuto una posizione Iva, sa bene che è meglio girare alla larga dall’attività individuale. Sono tutti soggetti scoraggiati e timorosi nel cimentarsi in un’avventura in proprio. Per loro lo stato è il nemico numero uno.
Le partite Iva, sanno di essere considerati lavoratori di
serie B da politica e istituzioni. Per loro che sono una piccola utilitaria ci
sono consumi da Ferrari, che devono pagare altrimenti lo stato lì attacca con il
sistema pignoramenti. Struttura creata dai vecchi governi di sinistra, e che
ancora oggi nessuno è riuscito a correggere a dovere. Gli autonomi iscritti
all’Inps pagano più di sette miliardi in contributi e ricevono assegni per poco
più di 500 milioni. L’attivo della gestione separata serve a coprire i buchi
delle altre gestioni, comprese quelle dei lavoratori subordinati. E, visto lo
stato dei conti della previdenza, la situazione rimarrà questa. A crescere sarà
semmai l’aliquota: dal 27,7% al 33% nel giro di quattro anni.
Ma il peggio per questi piccolo soggetti lavoratori arriva quando si ammalano. Per
loro non c’è assistenza da parte dell’inps. Non possono presentare un
certificato medico come tutti gli altri lavoratori. Per chi ha un piccolo
negozio o una piccola impresa edile, o è un piccolo artigiano, l’unica cosa che
può fare in caso di malattia, anche una piccola influenza, è quella di chiudere
l’attività nel corso della degenza oppure andare a lavoro ugualmente. Per i
privilegiati della pubblica amministrazione o un dipendente di altre tipologie
di imprese, la garanzia è massima. Per le partite Iva No, non c’è nessuna
garanzia.
C’è da dire che a questi soggetti, quando gli arriva una rata di 3.000 euro da parte dell’inps, non possono pagarla, soffrono, ma non hanno i soldi per pagarla, perché magari in tre mesi al massimo hanno guadagnato 2000 euro, per i più fortunati. Quindi restano in silenzio, perché dall’atra parte non c’è nessuno che può aiutarli. Lentamente diventano dei piccoli evasori, e sono i soggetti che più di tutti lo stato si accanisce contro fino a distruggergli l’esistenza. In Italia sta diventando più una tragedia aprire una partita Iva che delinquere.
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