
Oggi voglio fare un esempio che si accosta bene per far capire il fenoneno immigratorio. Spero che il messaggio arrivi dritto a tutti quei paladini dell’immigrazione, che continuano a fare i moralisti inconcludenti su una questione che ha altre svolte per arrivare alla vera risoluzione del problema.
Il problema immigrizione si può paragonare alla terra dei fuochi nell’agro aversano, in provincia di Caserta. In questa terra esiste una questione rifiuti spaventosa, compresi i rifiuti tossici. Una terra martoriata come le tante terre abbandonate dall’occidente, da dove fuggono gli immigrati. Nell’agro aversano c’è un’alta incidenza di morti per tumore. Manca un po’ tutto. Anche in questa terra gli abitanti vorrebbero fuggire, qualcuno lo fa, i più fortunati, quelli che possono permetterselo. Altri restano nella speranza che qualcuno li salvi e rimette a posto le cose.
L’assonanza e quasi simile alla questione immigrati: fugge il più fortunato, ma altri milioni restono sperando nella salvezza che, purtroppo, non arriva mai.
Come nella terra dei fuochi, cosi in altre parti del mondo ci sono intere popolazioni che attendono la soluzione del problema definitivamente.
Le popolazioni non vogliono fuggire, vogliono essere aiutate. Se tutti i cittadini dell’agro aversano fuggissero al nord, e sono quasi un milione, sarebbe impossibile fare entrare tutti. Oltre a vedere desertificare un’intera area. Quindi il pomo della discussione deve spostarsi su come aiutare queste persone a restare nelle proprie patrie. Smetterla con atteggiamenti fuori luogo, specialmente da parte di chi vuole l’accoglienza a tutti i costi, nessuno vuole fuggire, tutti vogliono rimanere. Basta garantire a queste persone libertà e democrazia e, soprattutto, le condizioni lavorative per vivere.
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