
ROMA – Siamo il paese delle opere incompiute. Tanti soldi investiti in malo modo che non hanno reso nessun beneficio ai cittadini. Opere appaltate e mai finite, e chi ha pagato sono stati i cittadini, che hanno pagato senza avere ciò per cui hanno pagato. La lista è infinita, e la colpa è di tutta la classe dirigente che ha governato dal 1970 ad oggi.
Secondo l’ultimo report del ministero delle Infrastrutture (aggiornato al 2017) le opere incompiute d’Italia sono ancora 647 (erano 752 l’anno scorso, 120 in più). In queste lepre incompiute c’è di tutto: strade, ponti, scuole, piazze, ospedali, chi ne ha più ne metta. Tutto opere che servivano per rendere al vita meno difficile ai cittadini, invece si sono trasformate in eterne cattedrali nel deserto. Secondo i dati ministeriali, occorrerebbero più di 2 miliardi per completare tutti i lavori. Se andiamo a considerare l’importo totale per la realizzazione delle opere (e, dunque, quanto è stato speso fino ad ora e quanto dovrà essere ancora speso) la cifra sale a quasi 4 miliardi.
Come denunciano diverse associazioni come l’Ance e Legambiente, non tutte le incompiute rientrano nell’anagrafe. Non fosse altro che spesso è difficile dare una definizione rigorosa di “incompiuto” e rintracciare le varie opere che potrebbero rientrare nel paniere delle opere mai finite.
La Sicilia detiene il primato di questa classificata dell’inefficienza. Le opere da ultimare sono aumentate: siamo passati, infatti, da 159 a 162. E, ovviamente, tra i vari progetti c’è di tutto. C’è il caso dell’auditorium comunale ad Aragona: l’opera dovrebbe costare 1,9 milioni di euro, ma i lavori sono stati immediatamente interrotti (dal report risultano spesi solo pochi spiccioli). La ragione? Non sussistono “le condizioni di riavvio degli stessi”. Assurdo.
Leggere il report dà la dimensione di come siano corti i cervelli degli amministratori, che con le loro azioni riescono ad impedire a questo paese di riemergere. Oltretutto, risorse pubbliche che possono servire per alleviare le sofferenze dei cittadini finiscono nel nulla e rendono nulla ai cittadini.
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