
ROMA- Certo che l’Italia annovera la peggiore classe dirigente dell’universo. Il suo spirito è sempre contradditorio e poco incisivo. La neo commissaria per la ricostruzione del Centro Italia Paola De Micheli, deputata Pd già sottosegretario all’Economia, ha scritto ai sindaci dei paesi terremotati ricordando loro che dal 16 dicembre i loro cittadini devono ritornare a pagare le tasse. Dal 16 dicembre quindi per i titolari di reddito di impresa, di lavoro autonomo e per gli esercenti attività agricole riprenderà la riscossione dei tributi non versati, nonché dei tributi dovuti dal 1 al 31 dicembre 2017. Una bella botta per chi ancora non ha visto una pietra togliere dopo che il sisma ha distrutto tutto. Cioè lo stato non costruisce ma vuole che i residenti paghino.
La De Micheli ha anche comunicato che “l’Abi e la Cassa depositi e prestiti hanno sottoscritto una convenzione che contiene le linee guida per la concessione di finanziamenti agevolati, finalizzati proprio alle ripresa della riscossione tributaria nei territori delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria colpiti dagli eventi sismici a partire dal 24 agosto 2016”. Cioè i cittadini devono fare i debiti con le banche per pagare i debiti. Addirittura il governo ha un’altra idea per incassare i soldi dalle aziende e i lavoratori terremotati del Centro Italia. Non hanno soldi per pagare le tasse? Che si indebitino con le banche per saldare i tributi dello Stato. Lo stesso stato però non ha ancora ricostruito neanche un decimo dei paesi distrutti, mentre addirittura solo il 9% delle macerie è stato rimosso.
Chiaramente le banche le sceglie lo stato e non il terremotato. Infatti l’artigiano terremotato chiede un prestito per pagare le tasse, la Cdp garantisce il finanziamento che viene erogato dalla banca convenzionata, una dell’elenco allegato alla circolare (gli istituti sono Monte dei Paschi di Siena, Intesa San Paolo, e poi tre banche di credito cooperativo). Per concludere questa barzelletta tutta italiana, che vede ancora una volta i partiti senza spirito di concretezza: Le attività che non sono ripartite dovranno pagare le tasse anche se non hanno incassato niente. Ma anche chi è rimasto aperto è in difficoltà, perché nelle zone terremotate del centro Italia non si lavora più come prima.
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