
Estate 2015. Pollara , frazione del comune di Malfa (isole Eolie). In un anfiteatro sul mare, con vista sulla vicina isola di Salina, va in scena lo spettacolo “Poetry Soundtrack”, recital in cui il pianista , compositore, arrangiatore e direttore d’orchestra Luis Bacalov, a vent’anni dall’assegnazione del premio Oscar per le musiche del film “Il Postino” di Massimo Troisi e Michael Radford , ripropone l’esecuzione di alcune colonne sonore da lui relizzate per il cinema. “Ed ora , signore e signori, siamo giunti a un momento per me molto emozionante…”, prende la parola Bacalov, seduto al piano , al termine dell’esecuzione di una delle sue tracce musicali, “Vent’anni fa, le musiche che sto per riproporvi furono giudicate meritevoli di un Oscar… tanto che , qualcuno, esagerando, mi definì : “Il poeta della musica”…Vent’anni dopo, rivivono qui dove sono nate…dov’è stato girato un capolavoro assoluto di poesia e d’amore : “Il Postino” di Massimo Troisi… Mentre ne ascolterete le note ,osservando il mare, la spiaggia de “Le Balate” , vi capiterà qualcosa di particolare : potrete rivederlo lì , quel postino dall’anima pura, intento a farsi spiegare dal grande poeta ,Pablo Neruda, cosa sia una “metafora”…” . Poi, eseguito il brano, alzatosi dal pianoforte, avanza verso il centro, per riprendere il suo monologo : “Queste musiche descrivono la nostalgia…chi nasce al mare, e per di più su un’isola, la conosce molto bene , la nostalgia, la tristezza del distacco!…Io sono nato in Argentina…lì la nostalgia è quella degli immigrati : Italiani, Spagnoli…il loro “pensiero triste” è il tango…Mio padre lo ascoltava alla radio. E cantava. Inconsapevolmente, mi sono imbevuto di quei ritmi. Per un po’ non li ho frequentati, ma ora riaffiorano nella mia produzione. Ma a lungo, il tango è stato considerato solo come qualcosa di folkloristico, non degno dei grandi compositori. Non escludo che questa mentalità abbia influenzato anche me. A quarant’anni , però, ho deciso che dovevo conoscere tutto del tango…E così, la ricerca è sfociata in numerose composizioni, tra concerti, pezzi sinfonici e opere-balletto, su tutte la “Missa tango” del 1997 nella quale, seguendo liberamente la scansione dei cinque momenti della messa , ho voluto realizzare una sorta di partitura ecumenica, capace di parlare a tutte le religioni. E ricordo che ,mentre stavo scrivendo , in alcuni momenti particolarmente intensi , avevo la sensazione che qualcosa che era altro da me mi stesse guidando la mano. Rimasi molto impressionato. E da allora capii che per scrivere musica sacra occorre una capacità speciale di comunicazione che potrei chiamare ispirazione…L’arte occidentale è talmente impregnata di sacro che è impossibile non fare i conti con la trascendenza…Perciò , io , laico e agnostico, ho sentito il bisogno di entrare , attraverso la musica, in contatto col divino e l’ho fatto. Semplicemente!…” .
“Originale , appassionato, curioso, eclettico”. Così i critici musicali descrivono Luis Bacalov, pianista, compositore, autore di colonne sonore, vincitore di un premio Oscar per le musiche de “Il postino”. Nato il 30 agosto del 1933, a San Martin, paesino della provincia di Buenos Aires, in Argentina da una famiglia di origini bulgare e di fede ebraica , cominciò a suonare il pianoforte all’età di cinque anni con il professor Enrique Barenboim. Quindi, completati gli studi e, tenuti una serie di concerti nell’intero Sud-America , all’età di vent’anni si trasferì dapprima in Colombia , dove si sposò, e poi in Europa. Stabilitosi in Spagna, inviso al regime franchista , che contestava, cercò asilo insieme con la moglie e il figlio Daniel , in Francia, a Parigi. Perfezionatosi nella capitale francese, verso la fine degli anni Cinquanta, approdò in Italia, dove lavorò per le case discografiche Fonit Cetra ed RCA in qualità di arrangiatore , firmandosi con lo pseudonimo di Luis Enriquez, e di pianista accompagnatore nei concerti di Claudio Villa e Milva. Realizzate le melodie dei brani più celebri degli anni Sessanta (“Legata a un granello di sabbia” di Nico Fidenco, “La terza luna”, “I tuoi capricci”, “L’appuntamento” di Neil Sedaka, “La partita di pallone”, “Cuore”, “Il ballo del mattone”, “Che m’importa del mondo” e “Questo nostro amore” di Rita Pavone, “Un ricordo d’amore” e “Il mio mondo” di Umberto Bindi, “Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte” e “Ho chiuso le finestre” di Gianni Morandi) , strinse un sodalizio di durata ventennale con il cantautore Sergio Endrigo ( suoi gli arrangiamenti delle canzoni : “Se le cose stanno così”, “Era d’estate” “Canzone per te”, “Lontano dagli occhi”, “L’arca di Noè, “Elisa Elisa”). Nel frattempo, avvicinatosi all’ambiente del cinema, iniziò a comporre colonne sonore (“La noia” e “Quién sabe?” di Damiano Damiani, “Il Vangelo secondo Matteo” di Pier Paolo Pasolini, “La congiuntura” di Ettore Scola, “Questa volta parliamo di uomini” di Lina Wertmuller, “Django” di Sergio Corbucci,“A ciascuno il suo” di Elio Petri, “L’amica” di Alberto Lattuada, “Cuori solitari”di Franco Giraldi e “Milano calibro 9” di Fernando Di Leo), aggiudicandosi i premi : Nastro d’argento, David di Donatello e Bafta. Curioso di generi musicali lontani da quelli praticati usualmente, si interessò alla musica progressive, collaborando con alcuni dei migliori gruppi rock italiani degli anni Settanta ( realizzò con gli Osanna il disco : “Preludio, tema, variazioni,canzona” ,con il Rovescio della Medaglia “Contaminazione” e con i New Trolls “Concerto Grosso”). Proseguita la composizione di melodie pop (fu coautore delle musiche degli album “Questo piccolo grande amore” di Claudio Baglioni , “Che vuoi che sia, Se t’ho aspettato tanto” di Mia Martini e “I musicanti” dei Ricchi e Poveri), fra il 1980 e il 1997, realizzò colonne sonore per le pellicole : “La città delle donne” di Federico Fellini , “Il postino” di Massimo Troisi e Michael Radford (per la quale si aggiudicò il premio Oscar e a causa della quale fu citato in giudizio da Endrigo con l’accusa di plagio , essendo il motivo somigliante alla sua canzone “Nelle mie notti”, lunga diatriba, conclusasi soltanto nel 2013 con un accordo tra il musicista e gli eredi del cantautore istriano) e “La tregua” di Francesco Rosi. Negli anni seguenti, continuando ad alternare all’attività di compositore quella di pianista e direttore d’orchestra, collaborò con Fabrizio De André e con il regista Quentin Tarantino, che adoperò i suoi temi nei film “Kill Bill” e “Django Unchained”. Accostatosi a partire dalla fine del decennio Novanta al tango e alla musica sacra , li fuse nella sua “Missa tango”, cui seguirono uno “Stabat Mater”, una “Messa per Madre Teresa”, tre “Salmi del Re David”. Celebrati nel 2015 i vent’anni dal premio Oscar per le musiche de “Il postino” con il recital “Poetry Soundtrack”, dedicato ai “poeti del cinema” (da Pasolini a Fellini, da Troisi a Tarantino) con il quale aveva collaborato, fu premiato in occasione del Gran Galà di Bergamo, presso il teatro Donizetti ,con il “Premio alla Carriera”. Ammalato da tempo, colpito da un’ischemia , si è spento a Roma, il 15 novembre scorso , all’età di ottantaquattro anni , all’ospedale San Filippo Neri dov’era ricoverato da giorni. Ricordato da familiari e colleghi nel corso di una cerimonia laica tenutasi il 18 novembre alla Casa Del Cinema , sul suo conto è stato scritto : “Protagonista essenziale del rinnovamento della canzone italiana, è passato attraverso tre diverse anime , quella del “beat” e della nuova canzone pop , quella della canzone d’autore , quella del rock e del progressive italiano. Portava con sé la sua anima argentina , l’eredità del tango, la tradizione classica che aveva studiato a fondo, e la innestava , creativo e intelligente come pochi altri, in un rinnovamento del quale fu uno dei motori essenziali”.
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