
Questa mattina i carabinieri forestali di Castel Volturno, insieme ai militari della Guardia Costiera di Castel Volturno e i carabinieri di Grazzanise, hanno dato esecuzione la sequestro preventivo del depuratore intercomunale di Vitulazio, del by-pass e del collettore ad esso afferente, per il reato di inquinamento ambientale.
L’adozione del provvedimento è scaturito in quanto gli esami analitici dei campioni d’acqua prelevati alla foce dell’Agnena nella sera del 6 maggio, quando si verificò l’esistenza di una grossa macchia scura che entrava a mare, e successive analisi molecolari, hanno evidenziato la presenza di contaminazione da DNA umano con deboli tracce di DNA animali, quindi l’inquinamento era dovuto a scarichi di acque reflue urbane non depurate. In virtù delle analisi eseguite è stata scagionata l’azienda che inizialmente era stata additato come la causa dello sversamento. L’attenzione si è rivolta sulle acque reflue prodotte invece dai comuni di Vitulazio, Pastorano, Camigliano e Bellona.
Durante le fasi di verifica si rilevava in primis la presenza sul collettore fognario una vasca in cui è ubicato lo sfioratore di piena, attivo al momento dell’ispezione nonostante l’assenza di precipitazioni metereologiche da oltre 24 ore; per quanto stimabile a vista, circa la metà dei reflui bypassavano l’impianto dallo sfioratore di piena, immettendosi direttamente nel ricettore, Canale Agnena, senza alcun trattamento di depurazione e in assenza di autorizzazione.
Incolpazioni provvisorie sono state ascritte a carico di tutti i sindaci dei quattro comuni interessati che si sono succeduti dal 2015 all’attuale, con condotte perdurante, nonché a carico del legale rappresentante della società che gestisce l’impianto di depurazione.
Per evitare il perdurare della situazione, la procura ha nominato un amministratore giudiziario alò solo fine di assicurare la corretta gestione dei reflui urbani del consorzio dei comuni, secondo le prescrizioni di immediato adeguamento individuate preventivante dall’Arpac Caserta. Solo così è possibile assicurare la effettività della tutela penale dell’ecosistema fluviale e marino del litorale domitio e porre fine ad una criticità ultraventennale sempre denunciata ma mai risolta.

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