
Autunno 2017. Milano, foyer del Teatro Dal Verme. Conferenza stampa di presentazione dello spettacolo: Il “canzoniere” “Alda Marini. Il concerto”. Interprete principale di questo recital di liriche della poetessa milanese, Monica Guerritore che, dopo una breve introduzione musicale, prende la parola per rispondere alle domande dei giornalisti. “E’ da qualche anno che io e il musicista Giovanni Nuti, giriamo insieme l’Italia per cantare le poesie di Alda Merini…Un amore irripetibile lega me e Giovanni alla “piccola ape furibonda”…Nuti , soprattutto : con la poetessa ha lavorato per sedici anni…Io , come faccio sempre, proverò a raccontare un aspetto femminile…Quando affronto un racconto so sempre esattamente quello che cerco, ma lo so con la mia sensibilità e non con la testa…Insomma, so cosa cerco ma non posso spiegarlo. Quello che cerco non va disturbato con spiegazioni, analisi…ha solo bisogno di venire alla luce con tanta pazienza. E fiducia. Le cose più belle sono nella maggior parte nascoste. Vanno fatte crescere piano, piano. C’è in me una certa timidezza, un certo pudore…questa esitazione, questo pudore segnano la via della profondità. Il pudore, nella ricerca garantisce che ,quando anche si trovasse qualcosa di molto piccolo, questo sia davvero speciale…la difficoltà sta nell’indurre sempre me stessa a cercarlo!…”. “Signora Guerritore , perché non ci mostra qualcosa di questa sua ricerca?…Ci reciti dei versi della Merini, quelli che preferisce , che ama , che sente particolarmente…”, la interrompe un cronista. “Qui , adesso?…Be’ , sì…va bene!…” , accetta dopo qualche esitazione l’attrice che , sceso in sala il silenzio, dà corso alla sua interpretazione: “Quelle come me regalano sogni , anche a costo di rimanerne prive. Quelle come me donano l’anima, perché un’anima da sola è come una goccia d’acqua nel deserto. Quelle come me tendono la mano ed aiutano a rialzarsi , pur correndo il rischio di cadere a loro volta. Quelle come me guardano avanti, anche se il cuore rimane sempre qualche passo indietro. Quelle come me cercano un senso all’esistere e , quando lo trovano, tentano di insegnarlo a chi sta solo sopravvivendo. Quelle come me , quando amano, amano per sempre e quando smettono d’amare è solo perché piccoli frammenti di essere giacciono inermi nelle mani della vita. Quelle come me inseguono un sogno, quello di essere amate per ciò che sono, e non per ciò che si vorrebbe fossero. Quelle come me girano il mondo alla ricerca di quei valori che, ormai, sono caduti nel dimenticatoio dell’anima. Qulle come me vorrebbero cambiare, ma il farlo comporterebbe nascere di nuovo. Quelle come me urlano in silenzio, perché la loro voce non si confonda con le lacrime. Quelle come me sono quelle cui tu riesci sempre a spezzare il cuore, perchè sai che ti lasceranno andare , senza chiederti nulla. Quelle come me amano troppo, pur sapendo che, in cambio, non riceveranno altro che briciole. Quelle come me si cibano di quel poco e su di esso, purtroppo, fondano la loro esistenza. Quelle come me passano inosservate, ma sono le uniche , che ti ameranno davvero. Quelle come me sono quelle che, nell’autunno della tua vita, rimpiangerai per tutto ciò che avrebbero potuto darti e che tu non hai voluto…
“Per la sua forte personalità artistica e per la passionalità delle interpretazioni teatrali e cinematografiche” . Queste le motivazioni con cui la giuria del Premio Moriconi ha assegnato il riconoscimento “Protagonista della scena” all’attrice Monica Guerritore. Nata a Roma il 5 gennaio del 1958 da genitori di origini napoletane e calabresi, esordisce sul piccolo schermo nel 1974, all’età di tredici anni nel film “Una breve vacanza” diretto da Vittorio De Sica , ma è il teatro la sua vera passione e, infatti, non molto tempo dopo, debutta sulle “sacre tavole” , interpretando “Il giardino dei ciliegi” , dramma di Anton Cechov riadattato da Giorgio Strehler. “Elena” nello “Zio Vanya” di Mario Massiroli, “Viola” nella ” La dodicesima notte” di William Shakespeare, con riscrittura di Giorgio De Lullo e “Angelica” ne “Il malato immaginario” di Molière , accanto a Romolo Valli , nel 1981 stringe un sodalizio artistico e sentimentale con il regista Gabriele Lavia (padre delle sue figlie Maria e Lucia) che la dirige in drammi classici e contemporanei come “Edipo re “di Sofocle , “I masnadieri” di Schiller, “Macbeth” e “Amleto” di William Shakespeare. Nel frattempo, non trascura né il cinema né la televisione, recitando in pellicole quali “Signore e signori, buonanotte” di Luigi Comencini , “Fotografando Patrizia” di Salvatore Samperi e “La venexiana” di Mauro Bolognini e in sceneggiati Rai come “Manon Lescaut” , diretto da Sandro Bolchi. Poi, nel decennio Novanta, è ancora protagonista di pièce teatrali ( interpreta nuovamente “Il giardino dei ciliegi”, questa volta nel ruolo della madre Liuba e “Scene da un matrimonio” di Ingmar Bergman) e di film (“La lupa” , adattamento della novella omonima di Giovanni Verga, diretto da Gabriele Lavia). Dal 2001 al 2011, separatasi da Lavia, si cimenta in esperimenti di teatro/danza (“Madame Bovary” e “La signora delle camelie”) senza mai abbandonare fiction (“Costanza”di Pierluigi Calderoni , “L’amore oltre la vita” di Mario Caiano, “Amanti e segreti” e “Rossella” ,entrambe di Gianni Lepre e “Sant’Agostino” di Christian Duguayi) e cinema ( “Un giorno perfetto” di Ferzan Ozpetek, “La fabbrica dei tedeschi” di Mimmo Calopresti , “Il seme della discordia” di Pappi Corsicato ,“La bella gente”di Ivano De Matteo, pellicola ,quest’ultima, vincitrice del Festival di Annecy e “La peggior settimana della mia vita” di Alessandro Genovesi). Drammaturga, regista e attrice di “Giovanna d’Arco” , “Dall’Inferno all’Infinito” e di “Mi chiedete di parlare” su testo di Oriana Fallaci , il 25 febbraio del 2011 riceve il prestigioso premio Moriconi. Chiamata da Massimo Ranieri a ricoprire il ruolo di “Rosa Priore” nella commedia “Sabato , domenica e lunedì”, nel febbraio 2013 debutta con il musical “End of the Rainbow” di Peter Quilter , diretto da Juan Diego Puerta Lopez , incentrato sulla figura di Judy Garland e replicato nella stagione teatrale 2016/2017 e nel 2015 è in scena con “Qualcosa rimane”del premio Pulitzer Donald Margulies. Coprotagonista insieme con Michele Placido di “Trilussa”, film tv ispirato alla vita del poeta romano , è attualmente nei teatri con un recital di poesie di Alda Merini ( Il “canzoniere” “Alda Merini. Il concerto”) e con “Mariti e mogli”, commedia desunta dalla sceneggiatura dell’omonimo film di Woody Allen. Commendatore al Merito della Repubblica italiana per il suo impegno nel campo delle Arti e della Cultura , Presidente della Giuria dei Letterati del Premio Campiello, da alcuni anni , dopo aver conosciuto e sconfitto il cancro, è testimonial dell’associazione “leo per le donne”, che assiste le donne ammalate. Estremamente attenta a ciò che accade nella società , ha dichiarato : “Mi piacerebbe sentire parlare con convinzione del rispetto delle diversità e non sempre della legge del più forte. Vorrei sentire parlare di un mondo dove il lavoro sia espressione di libertà e realizzazione individuale , dove si insegni ai ragazzi ad ascoltarsi , a conoscersi e a perseguire con passione i loro sogni. Una vita dove ci sia spazio per la cultura , la lettura, il tempo per sé e la propria famiglia , per dedicarsi alle persone che hanno bisogno. Dove ci sia spazio per incuriosirsi. Dove la solitudine si possa combattere stando insieme, comprendendo e intenerendosi. Vorrei poter vedere in trasparenza nelle parole di chi desidera governare questo paese , la fiamma della passione che, sola, può cambiare la realtà” .
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